Di fronte all’emergenza sanitaria e dei Pronto Soccorso di tutti gli ospedali sardi, chiusi o a rischio di chiusura, compresi quelli dei grandi ospedali di Cagliari per la carenza di medici specialisti in Medicina di Emergenza Urgenza e di personale infermieristico, la Rete Sarda chiede al Presidente Solinas e a tutto il Consiglio della Regione Autonoma della Sardegna, che si provveda alla chiusura immediata del Pronto Soccorso del Consiglio Regionale, un servizio di pronto intervento istituito con carattere d’urgenza con la Deliberazione n. 344 del 09/03/2020.

“Premessa la legittimità della tutela della salute dei consiglieri regionali – scrive in una nota Rete Sarda -, nonché la corretta assunzione del personale sanitario con esperienza e attraverso una selezione per titoli, riteniamo che la situazione in cui grava la sanità in Sardegna, a partire dai Pronto Soccorso, non consenta la permanenza di questo privilegio ad uso esclusivo dei consiglieri regionali”.

L’accordo con il Dipartimento di Emergenza/Urgenza – Struttura Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Cagliari, prevede l’individuazione di 25 dirigenti medici e 35 infermieri, in servizio a tempo indeterminato presso il Policlinico, da utilizzare a rotazione fuori orario di servizio, nell’ambito del Servizio di Pronto intervento del Consiglio Regionale.

“Un accordo – sottolinea Rete Sarda – oggi ancor più inopportuno essendo stato istituito nel pieno della pandemia e del tramonto dei servizi d’urgenza per i cittadini. Chiediamo che il personale sanitario specializzato, al servizio del Consiglio Regionale otto ore al giorno, dal martedì al venerdì, venga dirottato presso i Pronto Soccorso degli ospedali pubblici, anche per attività straordinaria, con retribuzioni adeguate al ruolo, visto che i medici di Emergenza/Urgenza sono sottopagati e costretti a turni lavorativi insostenibili. Nessun medico può essere sottratto ai servizi di emergenza degli ospedali pubblici già profondamente in crisi. Il problema è politico e la soluzione oltre che politica è anche di buon senso”.

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