Portatili, fissi o centralizzati, economici o meno, da oltre un mese in Sardegna i condizionatori d’aria stanno girando alla loro massima potenza. Con l’esplosione anticipata del caldo, già da fine aprile per i sardi è scattata la corsa alla manutenzione degli impianti e la caccia all’acquisto di condizionatori e ciller che, quest’ultima, si è trasformata in una vera “caccia al tesoro”, considerato come gli ordini potranno esser soddisfatti, se va bene, tra i 3 e i 6 mesi.
“Il mercato del condizionamento degli ambienti sta subendo un contraccolpo non indifferente, da molti mesi abbiamo grossi problemi di approvvigionamento dei macchinari, dei pezzi di ricambio e della componentistica, una situazione mai vista e determinata, e condizionata, in gran parte dai bonus e dal superbonus e dalla situazione internazionale – commenta Giuseppe Tatti, impiantista e dirigente regionale di Confartigianato Imprese Sardegna – ormai anche le più importanti case produttrici leader nella climatizzazione prevedono le consegne delle pompe di calore tra ottobre e il prossimo gennaio. Così, chi oggi volesse installare un condizionatore si troverebbe a dover attendere, o ad avere margini di trattativa molto limitati”.
“C’è una disponibilità quasi nulla e quel poco che c’è viene venduto a peso d’oro anche se è possibile che i grandi gruppi abbiano fatto scorte e abbiano ancora un po’ di magazzino – rimarca il dirigente di Confartigianato Sardegna – per i clienti stiamo facendo salti mortali ma non basta più, soprattutto per quelli che devono chiudere i lavori incentivati dal superbonus e hanno le ore contate”.
“Ma ciò che ci preoccupa maggiormente – sottolinea Tatti – è l’impennata a doppia cifra percentuale, quotidiana e senza controllo, dei prezzi: ormai i preventivi valgono una manciata di ore e mettono in crisi noi che dobbiamo continuamente aggiornare i clienti riguardo l’incremento, e gli acquirenti che, dopo aver sforato il budget, nella maggior parte dei casi, rinunciano. Inoltre, il micidiale mix tra crescita esponenziale dei costi e i tempi biblici della consegna dei materiali, creano quelle condizioni che impongono agli installatori la rifiuto a tantissimi appalti”.
In Sardegna sono oltre 350mila gli impianti di condizionamento, in abitazioni, negozi e attività produttive e sono circa 3mila i professionisti specializzati, con più di 6mila addetti, che “curano” i circuiti di refrigerazione e il loro corretto funzionamento.
Secondo i più recenti dell’Osservatorio di Confartigianato Sardegna per le MPI, nell’Isola ben il 47,5% degli immobili utilizza il sistema di condizionamento caldo/freddo (ovvero la climatizzazione unica per estate e inverno), contro una media italiana del 29,4%. All’interno di questa percentuale, l’82,9% sono pompe di calore fisse o portatili, il 13,2% sono condizionatori utilizzati solo per raffreddamento e il 3,9% è costituito da impianti centralizzati.
Il problema degli abusivi
Il condizionatore è la classica cosa a cui si pensa quando il termometro dentro casa si porta su livelli allarmanti: installare un impianto per rinfrescare le stanze e affrontare le ondate di caldo, che quest’anno hanno iniziato a farsi sentire pure prima del solito. E infatti, nonostante la crescita dei costi energetici e le preoccupazioni date dallo scenario internazionale, la richiesta da parte dei clienti è esplosa. Questa abnorme richiesta di interventi, ha purtroppo ridato vita agli abusivi, quei soggetti che operano in barba alle certificazioni, alla professionalità, e ai controlli di legge, totalmente fuori dalle filiere tracciate.
“Quando si compra o si installa un climatizzatore – ricorda Giuseppe Tatti – occorre scegliere bene la macchina ma assicurarsi anche che chi la installa sia munito di patentino F-GAS, cioè che il termoidraulico sia in possesso dei requisiti richiesti dalla legge, per effettuare il lavoro. La vendita del climatizzatore, l’installazione, la manutenzione e il controllo delle perdite devono essere registrati dal tecnico sulla banca dati F-GAS, che rilascia al cliente un rapporto di intervento sull’impianto”.
Per non incorrere in guasti, abnormi consumi di energia elettrica o, ancora peggio, in gravi problemi di salute (come accade per riniti o legionella), Confartigianato Imprese Sardegna ricorda come sia necessario effettuare la manutenzione periodica e che solo le ditte e gli artigiani qualificati e aggiornati, possono escludere eventuali rischi. “Purtroppo quest’anno in tanti hanno deciso all’ultimo momento – continua Tatti – il consiglio è sempre quello di affidarsi a professionisti e programmare, magari per i mesi in cui non c’è necessità e c’è più tempo per lavorare con calma, per esempio fra ottobre e novembre”.
“Vogliamo dimostrare sempre più vicinanza ai nostri cittadini, fornendo loro un servizio importante – conclude l’impiantista e dirigente di Confartigianato Sardegna – ma nello stesso tempo, vogliamo promuovere la cultura della legalità e consentire ai nostri artigiani di lavorare senza la concorrenza sleale di chi installa apparecchiature senza le competenze e il patentino F-Gas necessario. Per questo, invitiamo tutti i clienti a rivolgersi esclusivamente alle centinaia di imprese certificate ed abilitate, sia per tutelare la vostra sicurezza, sia per evitare sanzioni, sia per il rispetto dell’ambiente e non meno importante del proprio portafoglio”.
L’acquisto del nuovo: i costi
Secondo gli esperti impiantisti di Confartigianato Sardegna, per una macchina fissa interna ed esterna di buon livello e ad alte prestazioni (non parliamo dei modelli portatili) la spesa media si aggira intorno ai duemila euro. Poi si possono poi investire anche cifre più impegnative. Sulle costruzioni esistenti, sono molto richiesti i modelli split tradizionali. Chi invece costruisce il nuovo o ristruttura può anche scegliere macchine più complesse. Per esempio si può optare per la pompa di calore, sia per il riscaldamento sia per il raffreddamento, da abbinare a pannelli solari fotovoltaici per la produzione di energia pulita. Certo, questo impianto conviene soprattutto in abitazioni già in classe A, coibentate ed efficienti per involucro.
I bonus fiscali: le detrazioni
Confermato dalla legge di Bilancio 2022, il bonus condizionatori è una detrazione fiscale a cui può accedere chi acquista un nuovo impianto a minor impatto energetico. Per ottenerlo bisogna ricorrere ad altri bonus e a seconda della modalità anche l’importo del rimborso può variare, fino a una copertura pari al 110% della spesa sostenuta.
Si stima che nelle case degli italiani siano installati circa 24 milioni di condizionatori, ovvero quasi un impianto ogni due persone.
Il bonus condizionatori è stato introdotto con la legge di Bilancio 2021 e confermato per il 2022, proprio con l’obiettivo di orientare i nuovi acquisti (o le eventuali sostituzioni di vecchi impianti) verso soluzioni più sostenibili per l’ambiente. A differenza, però, di altre agevolazioni fiscali, per questa non esiste una misura ad hoc, ma lo si si può richiedere solo attraverso altri bonus.
Il bonus condizionatori è una detrazione fiscale prevista per sostenere l’acquisto di un nuovo condizionatore o la sostituzione del vecchio impianto con uno a pompa di calore o a risparmio energetico. L’agevolazione fiscale, che non prevede limiti di Isee, può coprire dal 50 al 65% della spesa totale a seconda della modalità seguita per ottenerla.
Anche se nella legge di Bilancio 2022 questa detrazione viene considerata sotto il cappello del Bonus Ristrutturazione, la si può comunque ottenere anche senza aver effettuato lavori in casa.
Nel caso del Bonus Ristrutturazione e del Bonus Mobili, la detrazione è al 50%, l’agevolazione sale invece al 65% se si fa entrare l’acquisto del nuovo condizionatore tra le spese coperte dall’Ecobonus. C’è infine un’altra modalità, ancora più vantaggiosa, cioè ricorrere al Superbonus 110%, ma solo in specifiche situazioni.
La detrazione del 50% si può ottenere se l’acquisto del condizionatore è abbinato a dei lavori di ristrutturazioni (Bonus Ristrutturazione) o in quanto intervento di manutenzione straordinaria (Bonus Mobili). Il dispositivo deve essere almeno di classe energetica A+, ma può non essere abilitato al riscaldamento invernale.
Nel primo caso, inoltre, bisogna fare attenzione alle date: la condizione necessaria per ottenere il bonus è che le opere di ristrutturazione siano iniziate dopo il primo gennaio dell’anno precedente a quello in cui si acquista il dispositivo.
Anche in assenza di lavori di ristrutturazione è possibile ottenere l’incentivo, ma a determinate condizioni. Si può far rientrare la detrazione nell’Ecobonus ma affinché sia così è necessario acquistare un condizionatore ad alta efficienza e con classe energetica superiore (A+++), che sia adatto anche a riscaldare in inverno.
Si può procedere con questa modalità anche quando l’acquisto è finalizzato a sostituire un vecchio impianto di riscaldamento già presente in casa. Ma in questo caso è necessario, come per il Bonus Ristrutturazioni, che i lavori siano iniziati non prima del primo gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto del condizionatore.
L’opzione Superbonus 110%
Si tratta dell’opzione più vantaggiosa perché prevede un rimborso pari al 110% delle spese. L’acquisto di condizionatori non è indicato tra gli interventi coperti dall’incentivo, ma diventa comunque possibile ottenere la relativa detrazione.
Si tratta di quegli interventi di edilizia finalizzati a realizzare nell’immobile modifiche in grado di renderlo più sostenibile a livello energetico. Anche in questo caso infatti si deve garantire il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio riqualificato.
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