Come ribadito più volte da volti noti del mondo della ristorazione italiana, da Alessandro Borghese ad Antonino Cannavacciuolo e Flavio Briatore, quest’anno le sale faticano a trovare personale qualificato. Da una parte ci sono gli chef che sostengono che “i giovani non vogliono più faticare”, dall’altra chi ormai non è più interessato a lavorare a fronte di paghe troppo basse e contratti spesso fatiscenti.
In merito all’acceso dibattito ha voluto dire la sua anche lo chef stellato sardo Claudio Melis, conosciuto in Italia e all’estero per il suo noto ristorante di lusso in Gallura, a Porto Rotondo, in cui lavora fin da giovanissimo.
In un’intervista a La Repubblica, Melis sostiene che il personale capace sta ormai scappando all’estero, perché nel Bel Paese non gli viene garantito uno stipendio adeguato: “Il sistema retributivo e contributivo italiano non agevola il ristoratore privato – dice lo chef stellato -. Di conseguenza mantenere in piedi un doppio team per coprire due turni è molto difficile. Quindi a fronte di uno stipendio anche consistente, le ore di lavoro sono sempre eccessive”.
Ma qual è la soluzione allora? “Tutto il sistema andrebbe rivisto – spiega Melis – per poter ridurre, anche nella ristorazione, la settimana lavorativa a 5 giorni con turni da 8 ore per il bene comune”.
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