“Anche a seguito degli episodi di sciacallaggio di cui si sono resi protagonisti cittadini e funzionari pubblici ucraini non hanno senso e sono sconsigliate nuovi missioni per l’invio di aiuti generici”. A dichiararlo all’Ansa è Claudio Cugusi, presidente di Rete Anas che, a cento giorni dall’inizio delle attività umanitarie in Ucraina, si prepara col suo team ad organizzare nuove iniziative per portare solo ed esclusivamente farmaci.
Il gruppo, attraverso la Romania, porterà i suoi pacchi di aiuti soprattutto nell’area del Donbass.
“Ieri abbiamo inviato un ulteriore contributo di 800 euro per consentire a un carico Anas (vestiti e cibo) fermo al nord dell’Ucraina di essere trasportato da una nostra volontaria sino a un deposito di Kramatorsk – ha proseguito Cugusi -, con la certezza che non sia danneggiato né rubato ma effettivamente distribuito ai civili in loco. Riteniamo che al momento sia necessario proseguire con le attività di monitoraggio da parte dei nostri volontari a Leopoli e a Kramatorsk, in attesa di notizie certe sull’evoluzione del conflitto. In termini di aiuti immediati pensiamo sia opportuno raccogliere in modo ordinato soltanto farmaci e allestire una carovana di van o ambulanze per trasportarli in Ucraina passando dalla Romania, in modo da farli arrivare quanto prima negli ospedali di Dnipro e Kramatorsk, attraverso il nostro personale. A Dnipro e Kramatorsk centinaia di civili e militari sono allo stremo per mancanza di farmaci e medicali”.
“Le presidenze regionali Anas Italia – conclude Cugusi – sono pregate con la massima urgenza di coordinare il lavoro delle singole associazioni affiliate Anas nel territorio italiano in modo da evitare un dispendio di preziose energie”.
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