Ha creato un grande dibattito la teoria dell’archeologo egiziano Mohamed Elsaify che ha ipotizzato delle presunte origini sarde del comandante dell’esercito di Ramses, basandosi sui capelli biondi (o rossicci) e sulla barba. Ma Elsaify non è ovviamente il solo studioso che ha ipotizzato lo stretto collegamento tra gli antichi Shardana, i Popoli del mare, e gli Egizi. Uno di loro – come rivelava qualche anno fa Giorgio Valdes su Nurnet- La Rete dei Nuraghi – è Christian Jacq, scrittore ed egittologo francese nato a Parigi nel 1947 e autore di numerose pubblicazioni. Jacq ha scritto – tra l’altro – una celebre collana di libri pubblicati in varie lingue che raccontano le vicende del faraone Ramses II il Grande.
Ebbene, alla fine del primo libro della collana, lo scrittore francese descrive la scena in cui un drappello di uomini armati capeggiati da un feroce guerriero sbarca sulle spiagge d’Egitto. Il faraone riesce a sconfiggere gli intrusi, ma incuriosito da quel colosso lo vuole conoscere per arruolarlo come sua personale guardia scelta.
Ecco come inizia la descrizione di Jacq in cui racconta il successivo duello tra il guerriero venuto dal mare ed il giovane Merenptah, suo erede al trono d’Egitto.
“Ramses assisteva al duello tra Serramanna e Merenptah. Munito di una corazza articolata, di un elmo ornato di corni sormontato da un disco di bronzo e di uno scudo rotondo, il sardo sferrava colpi di spada sullo scudo rettangolare del figlio di Ramses, costringendolo ad arretrare. Il faraone aveva chiesto al comandante della sua guardia personale di non risparmiare l’avversario; dal momento che Merenptah voleva dare prova del proprio valore sul campo di battaglia, non poteva sognare rivale migliore”.
Dunque, il nome della “belva umana” è “Serramanna”. E secondo Jacq è appunto sardo. E, con una singolare assonanza con la teoria di Elsaify, diventa anche lui comandante in capo dell’esercito del faraone.
“Il nome attribuito da Jacq al guerriero sbarcato sulle rive d’Egitto lascia intendere piuttosto chiaramente quale sia la sua provenienza, peraltro esplicitamente espressa nelle successive pubblicazioni della collana”, scrive Valdes, riportando il brano. “La descrizione di Jacq – continua – ha contribuito ad alimentare il dibattito sull’identificazione o meno dei sardi “nuragici” con gli Shardana, oggi più vivo che mai ed ulteriormente alimentato anche dalle varie ipotesi formulate da esimi egittologi come Cavillier e Greco, giunti in Sardegna per partecipare a incontri e convegni in cui l’interessante tema è stato trattato”.
Dalla descrizione dello scrittore ed egittologo francese Serramanna era dunque una belva” e un “colosso”, un guerriero abbastanza attempato che aveva superato la cinquantina, ma non aveva perso la sua forza.
Ecco il duello con l’erede al trono d’Egitto al termine del quale il sardo Serramanna viene nominato comandante dell’esercito del Faraone:
“All’età di ventisette anni, Merenptah, “l’amato del dio Ptah”, era un bel giovane atletico, coraggioso, attento, dotato di ottimi riflessi. Quanto al sardo, sebbene avesse superato la cinquantina non aveva perduto nulla della propria forza e del proprio dinamismo. Già il fatto di resistergli era un’impresa.
Merenptah cedeva terreno, tornava all’assalto, parava i colpi, si spostava di lato; un po’ alla volta sfiancava Serramanna.
D’un tratto, il gigante si immobilizzò e gettò a terra la lunga spada a lama triangolare e lo scudo: “Basta con le schermaglie. Battiamoci a mani nude”.
Merenpttah ebbe un attimo di esitazione, poi imitò il sardo. Ramses rivisse lo scontro durante il quale, sulla riva del Mediterraneo, aveva vinto il pirata Serramanna per poi farne il capo della sua guardia personale.
Il figlio del re restò sorpreso dall’impeto del colosso che lo caricava a testa bassa; alla scuola militare non aveva imparato a battersi contro una belva. Rovesciato supino nella polvere della caserma, credette di soffocare sotto il peso dell’ex pirata.
“L’addestramento è finito” ordinò Ramses.
I due uomini si alzarono. Merenptah era furibondo.
“Mi ha preso alla sprovvista!”
“Il nemico agisce sempre così figlio mio.”
“Voglio riprendere lo scontro”.
“Inutile, ho visto quello che volevo vedere. Dal momento che ti è stata impartita una lezione salutare, ti nomino comandante in capo dell’esercito d’Egitto.”
Serramanna approvò con un cenno del capo.
“Tra meno di un mese” soggiunse Ramses “mi sottoporrai un rapporto completo e particolareggiato sulle condizioni delle nostre truppe e sulla qualità del nostro armamento…”
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