“Che la riforma della sanità fatta approvare dal presidente della Regione in piena pandemia fosse inutile e dannosa per il funzionamento del sistema sanitario isolano era chiaro a tutti – medici, personale e associazioni dei pazienti – tranne che al presidente stesso, al suo assessore e al centrodestra che lo sostiene. Altrettanto lampante è come le nuove Asl siano ferme, impantanate a causa di una maggioranza spaccata che non riesce a dare una lettura coerente neanche delle leggi che approva. Quali sono i compiti della nuova azienda Ares e quali quelli delle rinate aziende locali? Ad oggi non esiste una risposta univoca nemmeno a questa domanda”. È duro l’affondo del gruppo dei Progressisti in Consiglio regionale nei confronti del governatore e alla maggioranza.
“In questa fase – proseguono il gruppo politico con capogruppo Francesco Agus – la sanità sarda non può che andare in ordine sparso. L’ultimo esempio in ordine di tempo è la deliberazione del direttore generale dell’Arnas Brotzu per l’assunzione di diverse figure in ruoli tecnici, sociosanitari e amministrativi per il Brotzu e l’Azienda ospedaliera universitaria di Cagliari. Una procedura nata da una decisione tutta interna all’azienda che di fatto scavalca la nuova Ares che, secondo la riforma voluta dal centrodestra, avrebbe competenza sulle procedure concorsuali di tutto il sistema sanitario comprese le Aou e l’Arnas. Tutto mentre le assunzioni nelle Aziende sanitarie locali sono invece paralizzate proprio a causa di questo blocco”.
Gli esponenti dell’opposizione chiedono quindi “tutte le necessarie verifiche per capire se le procedure del Brotzu e dell’Aou siano legittime o si risolveranno in un’altra inutile perdita di tempo a danno dei lavoratori stessi”.
“Dalla maggioranza di centrodestra vorremmo poi sapere se siano a conoscenza del fatto che, in piena pandemia, con le liste d’attesa che continuano a crescere e con la carenza di personale denunciata anche da tutti i direttori generali delle Asl da loro nominati, la legge da loro approvata stia causando il blocco del funzionamento delle aziende territoriali. Ricordiamo poi all’assessore alla Sanità che esistono leggi che prevedono le stabilizzazioni dopo 18 mesi nella sanità pubblica, svolti anche durante la pandemia, che in alcuni casi – concludono i Progressisti – non sono state portate avanti, come verificato durante i sopralluoghi della Commissione Sanità nelle varie strutture”.
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