cinquanta-pale-eoliche-nel-golfo-di-oristano-alt-della-capitaneria

“È ora di dire basta a ogni forma di ricatto energetico e di dipendenza dalle fonti fossili, l’Italia del sole e del vento velocizzi la transizione verso le rinnovabili decuplicandone la velocità di sviluppo, spingendo sull’autoproduzione energetica, semplificando gli iter autorizzativi, aggiornando la normativa e mettendo al centro i territori”. Così Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, in seguito alle ultime dichiarazioni del governo russo di bloccare i rifornimenti di energia verso i Paesi che appoggiano le sanzioni emanate da Ue e Nato.

“Ad oggi – prosegue Ciafani – potevamo essere un Paese modello sul fronte delle energie pulite e nella lotta alla crisi climatica, ma ciò non è avvenuto e al quadro attuale si è anche aggiunto il folle rincaro delle bollette che sta mettendo in ginocchio famiglie e imprese. Ora si inverta la rotta, come chiesto anche dalla stessa Europa che nel suo piano d’azione prevede di eliminare la dipendenza dell’Unione europea dal gas russo prima del 2030 ha ribadito anche l’importante ruolo delle energie rinnovabili. L’Italia può fare anche meglio mettendo in campo un cambiamento strutturale raccogliendo immediatamente la proposta lanciata da Elettricità Futura di Confindustria di autorizzare entro l’estate nuovi 60 GW di rinnovabili da realizzare nei prossimi tre anni, ciò permetterebbe di ridurre i costi in bolletta del 30% ma anche il fabbisogno di gas russo si ridurrebbe al 7%, quantità su cui è facile trovare soluzioni alternative. Senza però dimenticare che l’altra grande pietra su cui lavorare riguarda lo stop ai sussidi ambientalmente dannosi, la Germania lo sta già facendo anticipando al 2030 questa l’uscita. L’Italia non perda altro tempo”.

“Il conflitto in corso tra Russia e Ucraina – prosegue il presidente nazionale di Legambiente -, con la minaccia dietro l’angolo anche di un incidente nucleare, ci ricorda che non c’è più tempo da perdere. È ora il tempo delle scelte coraggiose, abbandonando quelle miope e insensate come ad esempio l’apertura delle centrali a carbone o un ipotetico ritorno al nucleare. Sulla questione energia nucleare, Legambiente risponde dicendo che è del tutto illogico seguire questa strada vista la possibilità di utilizzare le nuove tecnologie rinnovabili in grado di sostituire in modo più sicuro, pulito ed economico le centrali nucleari. Quanto accaduto il 26 aprile 1986 alla centrale nucleare di Chernobyl e l’11 marzo 2011 a quella di Fukushima, di quest’ultima domani si celebrerà l’undicesimo anniversario, sia da monito”.

“Una soluzione – conclude Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente  che comunque non renderebbe indipendente energeticamente l’Italia, considerando che l’uranio di cui avremmo bisogno arriverebbero da Namibia, il più grande esportatore mondiale con il 73% delle esportazioni, seguito da Russia con il 10% circa, Canada e Australia, rispettivamente con il 6,9% e il 5,5% delle esportazioni”.

Leggi le altre notizie su www.cagliaripad.it