Sono circa ventimila i pazienti sardi affetti da demenza, la metà di questi hanno l’Alzheimer. E sono oltre cinquantamila le figure coinvolte a vario titolo nell’assistenza. La demenza è in crescente aumento e per l’Oms è una priorità mondiale di salute pubblica. Nel mondo oltre 50 milioni di persone sono affette da una forma di demenza. Diventeranno 152 milioni nel 2050 (per cui un nuovo caso di demenza ogni 3 secondi).
La sopravvivenza media, dopo la diagnosi va dai quattro agli otto anni con costi pari a 604 miliardi di dollari/anno. Il sesso femminile è un importante fattore di rischio per l’insorgenza della demenza di Alzheimer, la forma più frequente di tutte le demenze (circa il 60 per cento). La prevalenza della demenza oscilla fra 5,9 e 7,1 per cento degli ultra-sessantaquattrenni. Poiché gli italiani di questa età sono più di tredici milioni all’ultimo censimento (2015), parliamo di circa un milione di persone, di cui circa 600mila con demenza di Alzheimer. Circa tre milioni sono le persone direttamente o indirettamente coinvolte nell’assistenza dei loro cari. Le demenze sono una delle maggiori cause di disabilità anche per la presenza di diverse malattie croniche associate. Anche per questa ragione il percorso innovativo territorio-ospedale-territorio associa medici nucleari, geriatri, medicina di famiglia, psichiatri e neurologi.
Vista la crescente importanza di questa patologia, a Cagliari è nato il primo percorso clinico isolano che unisce medicina nucleare, medici di famiglia, geriatri e neurologi.
“Stiamo sviluppando un percorso specialistico basato sulle reali esigenze del paziente e sulle risposte che il sistema sanitario deve dare ai cittadini – spiega Michele Boero, primario di Medicina nucleare all’Arnas Brotzu, a capo del gruppo che venerdì prossimo, 11 marzo, dalle 13.30 alle 19, nella sala Thun dell’ospedale Microcitemico coordinerà un seminario formativo dal titolo “Ruolo dell’imaging medico nucleare nel percorso clinico del paziente con disturbi del movimento e con disturbi cognitivi”. L’evento tratta in particolare dei Disturbi del movimento. Mentre venerdì 25 marzo si dibatterà dei Disturbi cognitivi.
“La rete assistenziale territorio-ospedale-territorio definirà con precisione gli ambiti di competenza di ciascuna disciplina all’interno di un circuito in cui il paziente inizia e termina il proprio percorso clinico nel territorio, con riferimento all’ospedale centrale, come il San Michele, limitato ai casi ad alta complessità o – spiega il dottor Boero – per l’esecuzione di prestazioni non erogabili localmente”.
Il programma di venerdì prevede interventi modulati sulle varie discipline mediche. Tra gli argomenti chiave Imaging medico nucleare nella malattia di Parkinson, Casi clinici, Aspetti organizzativi e gestionali, Richieste e Interazione docenti-discenti. Michele Boero, responsabile del progetto, è affiancato dagli specialisti e relatori all’evento, Michela Allocca, Nicola Pisu, Alessia Ruggiero, Silvia Sanna e Giovanna Tanda.
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