La guerra in Ucraina continuerà, Putin non ha nessuna intenzione di fermarsi: conquisterà Kiev e farà cadere Zelensky. Sono queste le parole di Antonio Gramsci, nipote del fondatore del Partito comunista italiano (Pci). Dal nonno ha preso il nome, ma lui è nato nel 1965 in Unione sovietica. Esattamente un anno dopo che Chruščëv lascia il posto da Primo Segretario del Partito comunista sovietico (Pcus) a Brežnev.

“Mi ritengo un moderato sostenitore di Vladimir Putin”, sostiene. Le ragioni dell’invasione russa, spiega Gramsci, sono da ricercarsi “in questi otto anni di tensione continua con l’Ucraina, di un conflitto a bassa intensità nel Donbassche è andato avanti senza che il governo di Kievfacesse nulla per fermarlo”. Il punto è che “nella Russia di oggi non esistono valide alternative a Putin. Questo la gente lo sente, lo capisce. Certo, a ogni elezione esiste un’altra possibilità di scelta, ma nessuna garantisce la stabilità di questo Paese come lui. Per questo l’ho votato e, quando sarà, penso che lo farò ancora”.

Gramsci oggi è un docente di Musica e Biologia, che insegna alla scuola in lingua italiana “Italo Calvino” della nostra ambasciata. È stato impegnato, in collaborazione con la Fondazione Istituto Gramsci, in ricerche negli archivi del Comintern e in quelli della famiglia Šucht – della madre Julija Apollonovna Šucht – riguardo alla storia del Pci e della sua famiglia. È stato autore di libri sulla storia delle famiglie Gramsci e Šucht. Lavora attivamente per promuovere lo studio delle opere e del pensiero di suo nonno Antonio.

Gramsci, però, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera due anni fa aveva detto: “Non ha più senso parlare di comunismo, ormai è un concetto superato, così come superato è il concetto di proletariato oppresso”. Lui stesso in più occasioni si è definito “più un anarchico che un comunista, affascinato dall’idea che il mondo si autogoverni”.

Le sue ultime affermazioni sulla guerra in Ucraina ci restituiscono una visione politica alternativa rispetto a quanto viene raccontato oggi sulle principali testate nazionali e internazionali. “Nessuna delle persone con le quali parlo è d’accordo con i media occidentali – afferma Gramsci – che secondo me non ci stanno capendo molto, quando dicono che il presidente ha iniziato questa guerra senza alcuna ragione”. D’altra parte, però, le piazze di Mosca e San Pietroburgo continuano ad essere prese d’assalto da decine di migliaia di manifestanti che si oppongono fortemente all’offensiva voluta da Putin. Ad oggi si contano oltre 12mila arresti. Nel frattempo, le tv e i media russi vengono messi a tacere.

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