Per gli appassionati di fotografia, fino al prossimo 31 marzo, è possibile visitare allo Spazio Search di Cagliari la mostra di Federico Garolla dal titolo “In scena e fuori scena” curata da Tatiana Agliani e Uliano Lucas.

Organizzata dall’assessorato alla cultura del Comune di Cagliari, guidato dalla storica dell’arte e giornalista Maria Dolores Picciau, l’esposizione fa parte di una serie di importanti iniziative che stanno animando i centri culturali cittadini che dopo le restrizioni del Covid hanno ripreso vita grazie alla spinta propulsiva della neo Assessora nominata da pochi mesi per coordinare una delega strategica per Cagliari. “Con questa mostra intendiamo aprire la città al turismo internazionale, con una programmazione capace di attrarre l’attenzione di un pubblico colto e variegato, grazie a un fotografo che è stato uno dei grandi protagonisti del fotogiornalismo del dopoguerra”, ha spiegato Picciau.

Federico Garolla è stato prima giornalista di penna nella sua città natale, Napoli, poi è passato alla fotografia collaborando coi rotocalchi  alla fine degli anni Quaranta, specializzandosi negli scatti di moda e delle personalità dello spettacolo richiesti dalla stampa del tempo. A Milano ha collaborato per giornali come L’Europeo, Tempo Illustrato, L’Illustrazione Italiana, Oggi,  Paris Match, National Geographic, Colliers, Die Stern, sino a diventare nel 1951 inviato speciale di  Epoca, e, in seguito, con i colleghi Federico Patellani, Giancolombo, Paolo Costa e Franco Fedeli, collaborare per la prestigiosa testata Le Ore.

I cento scatti della mostra cagliaritana sono un estratto di anni di lavoro e di impegno sul campo del grande fotografo, spesso opere commissionate dai direttori dei giornali o frutto della personale curiosità del reporter. Garolla immortala attori di teatro e di cinema, registi, soubrette, scrittori, spesso fotografati in momenti quotidiani: passeggiate per lo shopping, ambienti domestici o anche durante le vacanze, a tavola con la famiglia.

Così c’è la famosa immagine del regista Pier Paolo Pasolini che gioca a calcio coi ragazzi di periferia a Centocelle, Anna Magnani durante le riprese di un film, un solenne ritratto di Totò, Giuseppe Ungaretti al telefono, Alberto Moravia nella sua casa,  Renato Guttuso nello studio, Mino Maccari che si aggiusta la cravatta.

C’è anche il mondo della moda col famoso scatto nell’atelier delle sorelle Fontana, le mannequin dello stilista Valentino che scendono le scale, ma si possono ammirare anche alcune immagini dei reportage che il fotografo fece sulla realtà socio-economica del sud Italia e sugli orfanotrofi: “Verso Sud”, “Infanzia abbandonata”  o “Le vie dell’esilio di Dante”, che rivelano l’attenzione del fotografo per  le tematiche a sfondo sociale.
Con le sue immagini è diventato uno dei grandi testimoni del neorealismo italiano, movimento diventato celebre in tutto il mondo attraverso i film di Rossellini, Visconti e De Sica.

Come i film dell’epoca, anche il racconto per immagini di Garolla è un viaggio affascinante attraverso cinquant’anni di storia italiana: passando dalle immagini di miseria del dopoguerra, la Napoli dei film di De Sica, la realtà contadina del sud, e l’incipiente sviluppo economico rivelato attraverso le immagini del cinema, della moda e della vitalità del mondo intellettuale che riprende a frequentare i salotti letterari.

La mostra rappresenta uno spaccato importante di un’Italia perduta di cui Garolla con la sua sensibilità, acutezza e vivacità di sguardo si è fatto interprete straordinario e mentore per le nuove generazioni.

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