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“L’aggravio dei costi energetici colpisce ovviamente ed assai duramente anche la Sardegna, che già sconta le diseconomie strutturali e storiche dell’insularità ed in cui si rischia di raggiungere oltre il miliardo di euro di carico aggiuntivo complessivo, con effetti dirompenti sulla tenuta delle imprese e della relativa occupazione”. Lo scrive Confindustria Sardegna in una lettera aperta ai politici sardi.

“Com’è noto, l’impennata della quotazione del gas si è rapidamente trasferita sul prezzo dell’energia elettrica in Italia, facendo lievitare i costi energetici delle imprese, in particolare di quelle industriali: 37 miliardi previsti per il 2022, da 8 nel 2019. Si tratta di un incremento del costo complessivo che ha toccato punte del 700% rispetto al periodo 2019/2020. Ulteriore driver, che ha determinato un consistente aumento delle commodity energetiche e del prezzo del vettore elettrico, è rappresentato dai prezzi delle quote ETS, pari a quasi 90 €/tCO2 nelle ultime settimane di dicembre. Il prezzo del gas naturale e delle quote CO2 determinano l’evoluzione del prezzo dell’elettricità nel mercato elettrico italiano. Un livello dunque insostenibile che minaccia di provocare chiusure di molte aziende in assenza di interventi efficaci, considerata anche la crescita fortissima e persistente di tutte le materie prime”.

In tal senso, secondo l’associazione degli industriali, le misure approntate dal Governo nazionale risultano, come dichiarato dalla nostra Confindustria nazionale solo “un piccolo aiuto non certamente risolutivo”.

“In tale situazione, nel ribadire l’importanza e la strategicità di una lungimirante politica energetica per la nostra isola, a partire dal varo dell’atteso DPCM sul phase out dal carbone e sulla metanizzazione della Sardegna, la Confindustria isolana ha inoltrato una nota ai referenti politici istituzionali nazionali e regionali della Sardegna per segnalare l’importanza per le nostre imprese maggiormente energivore, per scongiurarne una crisi altrimenti ineludibile, della reintroduzione di una misura di compensazione temporanea. In particolare – prosegue la lettera aperta – si tratta di sostenere nei confronti del Governo nazionale la riproposizione per la Sardegna e la Sicilia di un servizio di compensazione energetico di superinterrompibilità, a vantaggio delle aziende energivore dei territori delle due isole e come riequilibrio della misura dell’interconnector virtuale operante solo per le aziende delle regioni peninsulari rinnovata per il prossimo triennio. Pur trattandosi di una misura temporanea e parziale risulterebbe comunque di sollievo per il nostro apparato produttivo, rispondendo anche a comprensibili esigenze perequative. Sul punto è stata presentata nei giorni scorsi presso il Consiglio Regionale della Sardegna una specifica mozione che Confindustria Sardegna confida possa trovare un unanime consenso da parte di tutti i Gruppi consiliari”.

Per questo Confindustria Sardegna chiede alla rappresentanza istituzionale e politica sarda di ricercare anche il corrispondente impegno unitario di quella siciliana.

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