Un fondo dedicato agli enti locali per far fronte alle spese correnti degli impianti comunali sportivi, che gravano notevolmente sui bilanci delle stesse amministrazioni civiche. Lo chiede con garbo il presidente regionale dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) Sardegna Emiliano Deiana, conscio della fase non più sostenibile che stanno vivendo i gestori delle piscine. Situazione che nel giro di poco tempo porterà ad una chiusura definitiva perché è impensabile arginare dei costi lievitanti a vista d’occhio.
In una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Mario Draghi, alla sottosegretaria con delega allo Sport Valentina Vezzali, al presidente della Regione Sardegna Christian Solinas e al presidente del Consiglio Regionale Michele Pais, il rappresentante delle municipalità isolane focalizza l’attenzione risaltando sia l’aggravamento della situazione pandemica, sia l’esorbitante aumento di energia elettrica e gas. Insieme comportano aumenti che vanno ben oltre il 60% delle tariffe, e per gli impianti gestiti dagli enti locali si fa buio pesto.
Nella sua missiva Deiana ricorda come le strutture dedicate all’attività natatorie rappresentano un patrimonio economico sociale che l’obiettivo di promuovere lo stato di salute dei cittadini, miglioranre lo stile di vita e prevenire l’insorgere di problematiche legate ad alcune patologie; oltre ad essere un importante strumento educativo e di relazione .
A breve il presidente della FIN Sardegna Danilo Russu si incontrerà con Emiliano Deiana per perfezionare una manovra corale del comparto legato alle discipline natatorie, a livello nazionale ed europeo, perché le lamentazioni sono pressoché simili ovunque. “Ringrazio il presidente dell’Anci regionale – commenta Russu – ad oggi è stato il primo ed unico in Italia tra i suoi colleghi ad aver preso l’iniziativa di farsi sentire nei piani alti. La Regione Piemonte ha adottato iniziative simili, come anche altre Province italiane, e i sindaci della Toscana e della provincia di Cuneo. È importante che Emiliano Deiana abbia fatto propria la necessità di segnalare e supportare un settore già colpito in maniera importante dalla pandemia sia per le chiusure, sia per l’attuazione delle linee guide”.
Ma non c’è più tempo da perdere: “Mi auguro che le istituzioni nazionali adottino dei provvedimenti immediati – rimarca Russu – perché se la situazione rimanesse così sospesa per i prossimi novanta giorni sono sicuro che molti gestori consegnerebbero le chiavi in segno di resa definitiva”.
L’aumento dei costi coinvolge tutti senza distinzioni. Ma per le piscine occorre fare dei discorsi a parte: “Sono strutture energivore – continua Russu – dove i motori stanno in funzione 24 ore su 24; inoltre, per dodici ore al giorno, rimane accesa l’aria che sanifica e riscalda gli ambienti: trattasi di infrastrutture che vanno ad acqua calda, quindi necessitano di gas e gasolio per essere riscaldati”.
Il Governo sta ipotizzando, nella stesura del prossimo Dpcm, delle misure di contenimento su bollette e ristori. “La nostra paura è – conclude Russu – che, come accadde con i ristori del primo e del secondo lockdown, non vengano considerate le strutture sportive ma solo quelle commerciali. C’è il rischio di restarne fuori un’altra volta: è anche per questo che dobbiamo farci sentire da tutta Italia”.
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