Notizie Approfondimenti Guerrieri nuragici, la Sardegna dell’età del bronzo finisce sulla CNN

Guerrieri nuragici, la Sardegna dell’età del bronzo finisce sulla CNN

La ricerca condotta dal team dell'Università di Aarhus, in Danimarca, è stata riportata anche dalla nota emittente televisiva statunitense

foto di Valentina Matta (PhD, Aahrus University)

I guerrieri nuragici raffigurati dai bronzetti sardi dell’età del bronzo si sono conquistati un articolo di approfondimento sul sito nella nota emittente tv statunitense CNN. La ricerca che viene presentata è quella condotta dalla professoressa Helle Vandkilde del Dipartimento di Archeologia di Aarhus University, in Danimarca, dalle ricercatrici dello stesso Ateneo, Valentina Matta (PhD) e Laura Ahlqvist (dottoranda), e da Heide W. Nørgaard, ricercatrice al Moesgard Museum.

Lo studio, riportato recentemente anche dalla prestigiosa rivista “Science” e pubblicato su “Praehistorische Zeitschrift”, ipotizza un network tra Sardegna, Penisola iberica e Scandinavia attraverso l’analisi delle raffigurazioni dei guerrieri dell’età del bronzo. Precisamente, esisterebbero degli elementi in comune nelle rappresentazioni delle tre regioni, come ad esempio quella degli elmi con corna curvate o dritte, le spade, gli occhi concentrici – tipici delle statue di Mont’e Prama -, il sovra-dimensionamento di alcune parti del corpo, delle armi o dello stesso guerriero.

In tutte e tre le aree, l’elmo cornuto viene utilizzato per esprimere la potenza dell’individuo che lo indossa, la quintessenza del guerriero. Le corna diventano elemento per identificare un preciso gruppo di individui i cui simboli, spesso legati all’ambito bellico, vengono esibiti in rituali commemorativi legati all’ambito funerario o sacro.

“Per molti anni gli elmi di Vikso sono stati associati ai Vichinghi”, spiega Vandkilde alla CNN. “Ma la nostra ricerca – prosegue la docente di Aarhus University – conferma che gli elmi esistevano già nel 900 a.C. circa, quasi tremila anni fa e molti secoli prima che i Vichinghi conquistassero la regione”.

Una scoperta che apre la strada a nuove interpretazioni, dove la Sardegna assume un ruolo di primo piano nel bel mezzo del Mediterraneo e, chissà, forse guarda anche oltre.

Leggi le altre notizie su www.cagliaripad.it