Ha eluso la sorveglianza delle guardie che lo piantonavano e si è buttato da una finestra al terzo piano dell’ospedale Businco. Sandro Sarais, il 56 enne di Nuraminis accusato dell’omicidio della compagna Mihaela Kleics, si è suicidato ieri pomeriggio verso le 17. L’uomo era stato rintracciato la settimana scorso dopo la scoperta dell’efferato delitto della donna romena, trovata uccisa con numerose coltellate nella sua casa di via della Musica, a Quartu. Quando i carabinieri lo avevano trovato nelle campagne di Castiadas aveva già tentato di togliersi la vita infliggendosi alcune coltellate prima di essere bloccato dalle forze dell’ordine. Anche in ospedale, dove era stato ricoverato proprio per quelle ferite, aveva manifestato più volte l’intento di farla finita.

Una tragedia annunciata, dunque. Così come probabilmente è stata quella di Mihaela Kleics, la 50 enne massacrata con 5 coltellate sul suo letto.

Di questo avviso anche i sindacati di Polizia Penitenziaria che oggi hanno lanciato delle pesanti accuse alle istituzioni. “Abbiamo chiesto i repartini detentivi ospedalieri anche per evitare questi epiloghi – scrivono i segretari di SAPPE UILPA PP SINAPPE e USPP -. Un suicidio rocambolesco, quello avvenuto ieri, gli Agenti hanno cercato disperatamente di evitare che il detenuto riuscisse a lanciarsi improvvisamente dalla finestra priva di sbarre. È da anni che denunciamo la necessità di poter utilizzare un repartino detentivo ospedaliero dove poter ricoverare in sicurezza i detenuti. Ci siamo rivolti al Provveditore, al Capo del Dipartimento, ai Prefetti delle varie province, al Presidente della regione uscente ed a quello attuale, all’assessore alla sanità uscente ed a quello attuale, abbiamo ottenuto solo delle promesse mai mantenute. È ancora più scandaloso il fatto che proprio a Cagliari un repartino detentivo è stato costruito con tutti i canoni di sicurezza previsti, ma sino a poco tempo fa era utilizzato come deposito. Nel frattempo, gli eventi critici si sono susseguiti negli anni: tentativi di evasione, aggressioni, danneggiamenti di camere ospedaliere e per ultimo un suicidio che poteva essere evitato se la finestra avesse avuto le sbarre come previsto nei reparti detentivi ospedalieri. Ora auspichiamo che l’Autorità giudiziaria vada a fondo ed accerti le responsabilità delle Istituzioni che in questi anni non hanno messo a disposizione una struttura prevista da una legge dello Stato. Sino ad ora i Poliziotti sono stati mandati allo sbaraglio a sfidare la sorte ed è quello che è successo nell’ultimo tragico evento. Non si scarichi la responsabilità sull’anello debole, gli Agenti non siano le vittime sacrificali per scrollare di dosso le responsabilità di chi doveva ottemperare alle previsioni legislative! Purtroppo, se, ancora una volta, la politica e le Istituzioni continueranno a trincerarsi nel consueto silenzio, le tragedie continueranno a consumarsi e gli Agenti continueranno ad essere mandati allo sbaraglio costringendoli ad affidarsi alla Dea bendata per superare il turno di lavoro indenni”.

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