L’inaugurazione di un temporary shop all’angolo tra via Azuni e piazza Yenne, a Cagliari, avviene lungo un tratto di marciapiede strettissimo, le mattonelle saltate a causa delle radici degli alberi. Un passaggio angusto e malandato, non interessato al generale restyling complessivo della zona. E’ solo l’ultimo dei problemi di Stampace alta.
Il quartiere è da tempo, da sempre, ostaggio della movida. Vuoi per la penuria di parcheggi (è vero che non si dovrebbe entrare in città in auto: ma di fatto questo avviene ogni giorno, e soprattutto ogni notte; ma non si potrebbe ripristinare lo sterrato sopra via Fara?) vuoi per via del fatto che molte attività commerciali e ricettive si sono spostate qui, dall’avvento della zona pedonale, questa porzione della città è diventata sovrappopolata e senza regole: quasi una zona franca. La Ztl, efficacissima negli altri quartieri, qui non esiste. Non esistono le telecamere né i parcheggi riservati ai residenti. Chiunque si sente in diritto di entrare, girare, cercare un ricovero per l’automobile, magarti in doppia fila.
Da tempo l’amministrazione comunale ha promesso di porre rimedio. Ma sotto Natale il problema si moltiplica, e per molti è diventato insopportabile.
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