Proseguono i tour di ArcheologiKa, il progetto pensato dall’assessorato regionale al Turismo, con l’organizzazione della Camera di Commercio di Cagliari-Oristano, per promuovere a livello nazionale e internazionale l’immagine della Sardegna e del suo immenso patrimonio archeologico.
Nella storica sede della Camera di Commercio del Largo Carlo Felice di Cagliari un testimonial d’eccezione, il conduttore e divulgatore televisivo Roberto Giacobbo ha incontrato gli appassionati, accorsi numerosissimi, per parlare di arte e storia della Sardegna. Alla presenza dell’assessore al Turismo della Regione e di due archeologhe della Sovraintendenza di Cagliari-Oristano, Giovanna Pietra e Gianfranca Salis, Giacobbo ha illustrato la sua ricetta per decollare il turismo archeologico isolano.
“In che modo promuovere lo straordinario patrimonio archeologico sardo, dai Giganti di Mon’e Prama ai nuraghi, dalle tombe dei giganti alle necropoli?” si domanda Giacobbo. “Il primo passo è partire dai luoghi e dalle fonti, certe e verificate dagli archeologi: fare cultura significa anche trasmettere contenuti, e farlo è sempre un servizio pubblico” dice il conduttore televisivo.
“In secondo luogo, dice Giacobbo, bisogna capire che divulgare bene è un’arte difficile. Il divulgatore è un traduttore: decodifica il linguaggio scientifico per renderlo fruibile al grande pubblico. Per farlo deve coinvolgere, andando verso la persona, accompagnandola alla scoperta dei luoghi. Per coinvolgere bisogna stupire, e per stupire ci vuole una storia. Sulla narrazione efficace siti archeologici come Stonehenge, in Inghilterra, hanno fatto la fortuna turistica di una nazione. La Sardegna ha una storia millenaria che non ha nulla da invidiare a quella di Stonehenge, anzi forse è più profonda e più vera: per poterla raccontare è necessario unire le forze, fare sistema con le sovraintendenze, la politica e la comunicazione. Rendere partecipe lo spettatore fino a fargli toccare ciò che vede. L’esperienza lo porterà a voler venire, o voler tornare”.
Archeologika gode del patrocinio del MiBACT e conta su una proficua collaborazione con le sovrintendenze archeologiche, le amministrazioni comunali interessate e il sistema delle imprese locali: è un viaggio tra i siti archeologici della Sardegna, valorizzando la loro storia e la loro cultura: l’isola si candida così ad essere la principale meta turistica del Mediterraneo legata al passato e all’archeologia.
“La Sardegna mi affascina come terra” conclude Giacobbo. “Non ho origine sarde, ma l’ho scelta come una seconda casa. Sono stato accolto con una amicizia, una condivisione che mi sembra di essere sempre stato nell’isola. E poi è una terra ricca di storia, di eventi e di misteri. Quando parli di un mistero pretendere di risolverlo al cento per cento è velleitario. Devi raccontare perché è un mistero, devi spiegare la storia che lo accompagna. E talvolta può venire fuori qualche nuova scoperta. La Sardegna fa sempre notizia. Nella prima stagione di “Freedom” ho fatto 70 servizi: 11 in Sardegna e 59 nel resto del mondo”.
Molto soddisfatto l’assessore regionale al Turismo Gianni Chessa: “Siamo qui per dire una volta di più che è necessario per il comparto turistico andare oltre il mare. Ripartire da chi siamo e da chi siamo stati per dirlo al mondo. La nostra storia è incredibilmente affascinante, merita di essere conosciuta e raccontata”.
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