L’ipotesi di un ritorno in zona gialla o arancione preoccupa le Regioni, che chiedono al Governo Draghi di seguire il modello austriaco con limitazioni esclusive per i non vaccinati. Ma da Palazzo Chigi arriva subito lo stop: “I dati italiani non sono paragonabili a quelli dell’Austria, le terapie intensive sono sotto controllo”.

In particolare è stato il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga – il Friuli è tra le candidate a passare in zona gialla – a proporre questa soluzione: “Le restrizioni non devono valere per i vaccinati. Chi si è protetto, ha partecipato alla campagna vaccinale, limita le ospedalizzazioni e salvaguarda il sistema di sanità pubblica non può pagare un prezzo di cui non ha nessuna colpa”. Segue a ruota il governatore lombardo Luciano Fontana: “Non possiamo pensare a restrizioni per questi cittadini che hanno dimostrato fiducia, consapevolezza e senso del bene comune”. Dello stesso avviso anche il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti: “Chiederemo al governo che le misure restrittive legate alla fasce di colore valgano solo per chi non ha fatto il vaccino”. Supportano la proposta anche il calabrese Roberto Occhiuto e il piemontese Alberto Cirio.

In zona gialla, secondo quanto si apprende dalle prime indicazioni governative, si reintrodurrebbero l’obbligo di mascherina anche all’aperto e il limite di quattro persone al tavolo nei ristoranti. In zona arancione, invece, si aggiungerebbe anche il coprifuoco, la chiusura dei locali e lo stop agli spostamenti tra comuni.

Al vaglio anche un’ulteriore stretta sul Green pass: per chi si è vaccinato la validità della certificazione verrebbe estesa a 9 mesi (e non 12), mentre chi se l’è procurato con un tampone potrebbe sfruttarla per 48 ore e non più 72. Sono tutte ipotesi non ancora confermate. Domani le Regioni si riuniranno per discutere le varie proposte.

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