In Sardegna gli over 60 che hanno ricevuto entrambe le dosi del vaccino anti-Covid da più di sei mesi sono 168.300. D’altra parte, quelli che non hanno ricevuto ancora nessuna dose sono ben 203.478, in una fascia d’età molto ampia che va dai dodici anni fino ai centenari. In sintesi, un sardo su quattro è esposto al contagio e ai sintomi più gravi dell’infezione.

A questi si aggiungono gli oltre 20mila lavoratori che operano nel servizio sanitario, vaccinati per la prima volta a dicembre, gennaio e febbraio, così come le categorie dei pazienti più fragili, il personale e gli ospiti delle Rsa, che ad oggi non hanno ancora ricevuto la terza dose.

Numeri che preoccupano gli esperti, poiché rispetto allo scorso anno ci troviamo di fronte a una variante – la Delta – molto più contagiosa se confrontata a quella inglese e inoltre un anno fa erano in vigore le restrizioni anti-Covid che non permettevano di ritrovarsi in ristorante, nei bar o in pizzeria, e nelle aree più a rischio era obbligatorio tenere la mascherina anche all’aperto.

Gli indecisi sono sempre più indecisi, non soltanto per la prima dose ma anche per la terza. Ciò significa che anche chi ha concluso il ciclo vaccinale da più di sei mesi, seppure in numeri minori, potrebbe essere un possibile soggetto a rischio ospedalizzazione. Di conseguenza, si creerebbe un circolo vizioso, già visto lo scorso anno, per cui i pazienti gravi non affetti da Covid vengono rimandati a casa per mancanza di posti letto in area medica o in terapia intensiva.

Per questo motivo tutti gli esperti sono concordi nel non abbassare la guardia e continuare a seguire le disposizioni di prevenzione: distanziamento sociale, uso della mascherina al chiuso o in presenza di assembramenti e igienizzazione delle mani.

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