Anche il porto di Sant’Antioco deve rientrare nell’Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna, data l’importanza strategica rivestita dallo scalo anche in termini di sviluppo del territorio circostante. È la richiesta che la Giunta comunale antiochese, su proposta del sindaco Ignazio Locci, fa al Presidente Solinas.
“Attualmente – spiega Locci – il nostro è l’unico scalo isolano fuori dall’ambito del sistema portuale di Sardegna che, riconosciuto tra i migliori in Italia per la sua capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati, da ieri potrà peraltro beneficiare di oltre 500milioni di euro per una serie di interventi da eseguire nella rete dei porti sardi, eccezion fatta per quello antiochense”.
“Lo scalo antiochense – prosegue il sindaco – riveste un ruolo fondamentale per tutto il sud ovest della Sardegna e francamente non si capisce per quale ragione debba ancora essere tagliato fuori da un sistema che, come detto, gestisce anche una buona fetta di risorse. Basti pensare che il Comune di Sant’Antioco, nonostante non sia di sua competenza, costantemente anticipa risorse ed esegue lavori di manutenzione nelle aree portuali, mentre dall’altra parte si investono milioni di euro. Questo non è accettabile”.
L’smministrazione comunale, peraltro, a conclusione di un iter durato anni, nel 2019 ha approvato la presa d’atto della “Variante al Piano Regolatore del Porto”, che prevede la suddivisione delle aree portuali salvaguardando l’attività della pesca, la produzione commerciale e concedendo ampi spazi alla cantieristica e ai posti barca da diporto, nonché ai servizi che faranno dal collegamento al centro urbano.
“Questo perché è sempre stato nostro intendimento – spiega Locci – assicurare un futuro all’insegna dello sviluppo economico alle aree portuali di Sant’Antioco, che passi per una loro riconversione attraverso la valorizzazione del comparto turistico e lo sviluppo della cantieristica, senza dimenticare la pratica professionale della pesca e la residuale attività dell’industria del sale che insiste sul compendio delle zone umide prossime al porto – zona Santa Caterina. Ma per realizzare tutto questo occorre che la Regione faccia la sua parte ed elimini questo vero e proprio gap strutturale tra il porto di Sant’Antioco e le restanti realtà sarde: il passaggio al sistema regionale garantirebbe lo sviluppo turistico del territorio, favorendo anche il traffico marittimo”.
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