Lei era nata a Cagliari il 19 giugno del 1932: era vissuta nell’allora periferico quartiere di san Benedetto, in via Dante, da una famiglia povera e da una madre figlia del cattolicesimo bigotto dell’epoca; negli anni della Guerra, delle bombe e degli Alleati aveva conosciuto gli americani. Fu questo un presagio: la via degli Usa era il suo destino, era la sua fine.
Nel dopoguerra proseguì per Roma: con quel viso, la bambina, doveva sfondare come l’attrice. Riuscì: la bambina – diventata una donna tenera, dolce e sublime – debuttò al fianco di Vittorio De Sica nel film “Domani è troppo” tardi diretto da Leonida Moguy, con cui vinse il Nastro d’Argento alla migliore attrice protagonista. Da qui la nuova, improvvisa decisione: fare la valigia e partire negli Stati Uniti, Los Angeles, Hollywood. Arrivò subito il primo lungometraggio, Teresa (1951), diretto dal premio Oscar Fred Zinnemann, e la fanciulla divenne una delle prime attrici italiane ad affermarsi nel cinema statunitense. Una stella, a vent’anni.
Fu allora – accecata forse dall’idea di moltiplicarne la fama – che la madre prese il sopravvento. Approvò una relazione sentimentale con l’attore Kirk Douglas, molto maggiore della figlia per età, ma non potè frenare l’irreparabile. La bambina, nell’estate del 1954, si innamorò dell’allora astro nascente di Hollywood. Lui, l’uomo più bello, il ribelle, il mito. Memorabili sarebbero rimaste – secondo i biografi – le loro cene a lume di candela nei ristorantini di Santa Monica e le romantiche passeggiate al chiaro di luna (una lettera trovata dopo la morte di lei testimonia come lui – che di lì a poco sarebbe entrato nella leggenda – fu “il suo solo e unico amore”).
La relazione e un possibile matrimonio furono ostacolati dalla madre di lei – lui non era cristiano – così che la ragazza finì per sposare un altro. Quel giorno si dice che lui, il mito, “il suo solo e unico amore”, accompagnò la sposa da casa alla chiesa in moto, con il motore ringhiante acceso e una rabbiosa sigaretta stretta all’angolo della bocca. Successivamente sarebbe tornato a casa distrutto, e avrebbe presto iniziato a bere molto e a correre in motocicletta e in auto; da qui il preludio alla sua tragica fine, che arrivò una curva più in là.
Dopo aver lasciato le Lost Hills, stava guidando verso ovest sulla U.S. Route 466, ad est di Cholame, California, quando, in direzione opposta, una Ford Custom Tudor coupé bianca e nera del 1950 guidata dallo studente ventitreenne Donald Turnupseed imboccò la Route 41 e s’immise nell’altra corsia. Le auto si scontrarono quasi frontalmente.
Alla notizia della sua morte lei impazzì. Chiese il divorzio all’uomo che non amava e, in preda a un profondo stato depressivo e in gravi difficoltà economiche, lasciò il mondo del cinema. Vani furono i tentativi dell’amica e collega Debbie Reynolds e della sorella gemella Marisa di reintrodurla negli ambienti dello spettacolo. Il 10 settembre 1971 fu trovata morta nel suo appartamento di Beverly Hills. Aveva trentanove anni. Il referto parlava di “intossicazione chimica” da sovradosaggio di farmaci. È sepolta nel cimitero di Rueil Malmaison, nei pressi di Parigi, in Francia.
Lei si chiamava Anna Maria Pierangeli, lui James Dean. Romeo e Giulietta degli anni Cinquanta.
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