Cala Mosca è in stato di completo abbandono. La diretta facebook del consigliere comunale Raffaele Onnis che nei giorni scorsi, in giro in bici con il figlioletto, ha testimoniato lo stato degradato del piazzale ai piedi di capo Sant’Elia, consente di puntare i riflettori su una zona che da anni versa in uno stato di degrado e pericolo.
Oltre la grande quantità di immondezza che riempie le grotte la zona è infatti molto pericolosa.
In una lunga controdiretta Fabrizio Merella, residente da quarant’anni nella zona, evidenzia quanto sia necessario effettuare maggiori controlli: tutto il costone di Cala Mosca è infatti interdetto per il pericolo di frane, ma nonostante ciò i ragazzi continuano senza problemi ad utilizzare quel tratto di litorale per fare i tuffi. Non solo: in mancanza di una adeguata segnaletica, le auto si insinuano di notte fino ad imboccare le stradine erose dal mare. Con la conseguenza che più di una macchina è finita in mare.
Senza contare, infine, che il buio (nonostante il restyling della zona, non sono state sistemate delle luci) spinge i cagliaritani più cafoni ad utilizzare il posto come una discarica. E infine, tutta questa sporcizia mista alla vegetazione lasciata crescere senza controllo, rischia di causare degli incendi (come accaduto in passato).
Da qui l’appello social di Merella che propone al Comune di affidare una bonifica radicale della zona ad una cooperativa, magari del luogo (per creare posti di lavoro), come era avvenuto ai tempi della coop Sella Del Diavolo che – ha ricordato – per autofinanziarsi produceva addirittura un liquore (Elias) con le erbe della sella: “Una delle zone più belle di Cagliari versa in stato di abbandono e degrado”.
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