L’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari in campo contro l’alopecia, un termine che indica la caduta dei capelli e che deriva dal greco alōpex, cioè volpe, animale che perde il pelo a chiazze. Una patologia che ha un forte impatto sociale e sulla qualità della vita dei pazienti per via della visibilità delle manifestazioni.
Venerdì 3 settembre, in occasione della Giornata nazionale dell’alopecia areata, la Dermatologia dell’ospedale San Giovanni di Dio dedica una serata, dalle 15 alle 18, alla prevenzione, informazione e all’incontro con i pazienti.
“Si tratta – spiega la professoressa Laura Atzori, direttrice della Dermatologia del San Giovanni di Dio – di un disturbo molto importante ma che da un punto di vista puramente medico a volte riscuote spesso un interesse limitato, relegato alla sfera del benessere estetico, non comportando di per sé una compromissione dello stato generale di salute”.
Oltre ai consulti dermatologici, che verranno effettuati in ordine d’arrivo, i pazienti potranno dialogare anche con il rappresentante dell’Associazione Alopecia Areata and Friends.
In realtà alopecia è un termine molto generico: comprende patologie diverse tra loro, sia come frequenza che come cause. Ad esempio, la calvizie comune o alopecia androgenetica ha una base genetica ormonale e coinvolge fino all’80% della popolazione maschile. Mentre la telogen effluvium, può essere estremamente frequente dopo il parto o a causa di una malattia fisica debilitante, febbre elevata, una dieta drastica.
La giornata di venerdì è dedicata ad una forma molto specifica della patologia ossia l’alopecia areata. Questo tipo di alopecia ha una causa autoimmune, il nostro organismo aggredisce i capelli come se fossero estranei all’organismo e si manifesta con la comparsa improvvisa di chiazze prive di peli, di forma rotondeggiante, al cuoio capelluto e/o barba, la perdita di ciglia e sopracciglia.
“È una patologia che coinvolge circa lo 0,2% della popolazione mondiale, di entrambi i sessi, soprattutto giovani, per quanto possa comparire a qualsiasi età. Il decorso spesso è benigno, con ricrescita completa in oltre la metà dei pazienti, ma dopo un tempo estremamente variabile, non prevedibile”, dice ancora la professoressa Atzori.
La malattia, spiega, si può ripresentare anche dopo anni da una guarigione completa, specialmente quando se ne è sofferto da bambini o se ci sono stati altri casi in famiglia, configurando una predisposizione genetica. Dei pazienti affetti da alopecia areata il 5% arriva alla calvizie totale del cuoio capelluto (alopecia areata totale), mentre l’1% sperimenta la perdita di tutti i peli del corpo (alopecia areata universale)”.
I fattori scatenanti evidenti, della patologia, possono essere lo stress psico-fisico, infezioni croniche, intossicazioni e farmaci, l’associazione con altre malattie autoimmuni, ma tutt’oggi non si conoscono le cause specifiche dell’alopecia areata. La ricerca fa ancora fatica a produrre nuove evidenze scientifiche e cure efficaci per questo la giornata di venerdì 3, che giunge al suo terzo incontro, è importante per sensibilizzare l’opinione pubblica su una malattia poco conosciuta ma così impattante per la vita dei pazienti.
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