La pandemia ha cambiato radicalmente il mondo della pubblica amministrazione. Sono tantissimi i dipendenti pubblici che anche in Sardegna sono approdati allo smart working. In tutta Italia, nel giro di un anno e mezzo, i lavoratori della PA chiamati a lavorare, almeno parzialmente, da remoto sono passati dagli appena 44.000 prepandemia a circa 1.850.000: circa 6 su 10. La maggior parte di loro, il 60%, dice di essere riuscito a portare avanti tutte le attività durante il lavoro da remoto, a fronte di solo un 4% di loro che afferma di non essere riuscito a farlo.

Non è dato sapere se anche gli utenti dei servizi pubblici abbiano gradito con lo stesso entusiasmo questo cambio di paradigma.

Eppure l’esperienza fatta durante la pandemia è stata l’occasione per accelerare il cambiamento dei processi, l’introduzione di nuovi strumenti e lo sviluppo di competenze e capacità che per molti anni si era faticato a sviluppare.

Per implementare e rendere strutturale questa trasformazione epocale del mondo del lavoro già con il Governo Conte è stato costituito presso il Ministero della Pubblica amministrazione, l’Osservatorio Nazionale per il lavoro agile ed è stato chiesto alle PA di sviluppare un Piano Organizzativo per il Lavoro Agile (POLA) per il quale sono state emanate apposite linee da parte del Dipartimento della Funzione Pubblica.

Il passaggio all’esecutivo Draghi ha visto una sostanziale continuità di questa linea. E anche il ministro Brunetta, tra i primi atti del suo mandato, ha confermato e riunito la Commissione tecnica dell’Osservatorio Nazionale, esprimendo forti aspettative verso il contributo che lo smart working può dare al miglioramento e alla modernizzazione della Pubblica Amministrazione.

Leggi le altre notizie su www.cagliaripad.it