Se l’inferno esiste davvero deve essere così: una regione che arde ancora dopo una notte di fuoco, la paura che entra dentro le case, nelle aziende, negli ovili, distrugge i boschi, ammazza gli animali che non sono riusciti a mettersi in salvo, ammorba l’aria.
Da sabato sera stanno andando in fumo i boschi del Montiferru e nelle campagne attorno al Grighine e le speranze di molti sardi. A Tresnurages circa 150 persone, perlopiù anziani e bambini, sono stati sfollati, e ospitati nel campo allestito dal comitato locale della Croce Rossa. Hanno dovuto lasciare le loro abitazioni anche molti residenti di Cuglieri e Sennariolo, fatti evacuare in piena notte, quando le fiamme del grande rogo che da ormai 24 ore sta bruciando il Montiferru e la Planargia, hanno raggiunto i due centri abitati.
Cittadini evacuati anche a Scano Montiferru. Il Comune ha disposto che vengano ospitati nei locali del Centro giovani, una struttura isolata e al momento in sicurezza rispetto al fronte del fuoco. A Siamanna gli sfollati sono stati accolti nella palestra comunale e nel salone parrocchiale. Le fiamme, favorite dal caldo rovente anche se non si può escludere il dolo, hanno raggiunto i territori di Tresnuraghes.
Santu Lussurgiu è in ginocchio: un intero paese è stato assediato dal rogo con case evacuate con decine di persone costrette ad abbandonare le proprie abitazioni. “Un disastro, una tristezza, quello che stiamo vivendo”, ha commentato il sindaco Diego Loi. A Porto Alabe, sul litorale del Comune di Tresnuraghes, sono state evacuate numerose villette dal sindaco Gian Luigi Mastinu.
L’avanzare delle fiamme ha causato danni enormi. Nelle campagne, soprattutto, dove si segnalano aziende distrutte e molti capi di bestiame morti. La Regione Sardegna con il suo presidente Christian Solinas chiede al governo Draghi un immediato sostegno economico anche se non è ancora possibile effettuare una stima dei danni. “Si tratta di un disastro senza precedenti. Diecimila ettari di vegetazione distrutti, aziende e case bruciate, bestiame ucciso. La macchina della Regione – dice Solinas – è interamente mobilitata: 7500 uomini, 20 mezzi aerei (7 Canadair e 13 elicotteri) sono impegnati senza sosta per affrontare un momento drammatico per tutta la Sardegna”.
Il dipartimento della Protezione Civile ha attivato il meccanismo europeo di protezione civile per chiedere agli altri paesi dell’Ue l’invio in Italia di velivoli che possano contribuire a spegnere gli incendi in Sardegna. “È stato attivato il meccanismo di Protezione Civile per canadair dall’estero: due sono in arrivo dalla Francia, che ringrazio ufficialmente” annuncia su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Dopo i due canadair inviati dalla Francia, che dalle prossime ore faranno base ad Alghero con un equipaggio di 10 piloti e 15 tecnici, arriveranno nella giornata di domani altri 2 Canadair dall’Unione europea “a supporto dei nostri operatori”.
La Prootezione civile dice: “Abbiamo tutti gli 11 mezzi aerei in volo per la Sardegna, molti dei quali sul rogo dell’Oristanese, gli elicotteri dei vigili del fuoco e dell’esercito e sette Canadair che stanno cercando di spegnere le fiamme che, secondo una prima stima sommaria tra Santu Lussurgiu e Cuglieri hanno divorato 20mila ettari di territorio”. Ma il fuoco non si ferma. Anche “Sa Tanca Manna”, albero millenario simbolo di Cuglieri, è stato cancellato dalle fiamme.
Allevatori e agricoltori hanno perso tutto: il lavoro e la speranza. Un’intera montagna è stata ridotta in cenere. La Sardegna brucia, il popolo sardo in ginocchio è in lacrime.
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