“Come sigle riunite e gruppo di cittadinз indiciamo un ‘𝗖𝗼𝗻𝘀𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗮𝗹𝘁𝗲𝗿𝗻𝗮𝘁𝗶𝘃𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗦𝗮𝗿𝗱𝗲𝗴𝗻𝗮’ nella giornata del G20 di Napoli in data 22 luglio”. Lo dichiarano in una nota le associazioni A innantis!, Assemblea Permanente Villacidro, Fridays For Future Cagliari e il sindacato USB.

“Dal 20 al 23 luglio si terranno a Napoli i tavoli tematici ‘Clima, Ambiente ed Energia’ del G20” spiegano. “I 20 ministri dell’ambiente dei 20 paesi più industrializzati al mondo si incontreranno per mettere in scena l’ennesimo #greenwashing sulla pelle delle persone che subiscono l’estrattivismo e le connesse violenze militari nei Sud del mondo. Il 22 luglio manifesteremo anche noi e inizieremo il ‘Consiglio alternativo della Sardegna’ portando l’attenzione sulle criticità del testo unificato N. 100-105-A; dove agli articoli 17, 18, 19 introducono nuove agevolazioni e aperture ai gas fossili e climalteranti in una legge altrimenti importante, perché istituirebbe il reddito energetico e le comunità energetiche da FER”.

“Vogliamo l’approvazione della legge con lo stralcio dei tre articoli – incalzano nella nota le quattro associazioni – perché solo la gestione collettiva della produzione energetica, attraverso le comunità di autoproduzione, autoconsumo e scambio, ci permetterà di intraprendere il percorso verso la giusta transizione”. Insomma, scrivono ancora nel comunicato, “denunciamo” non solo “l’emergenza climatica causata dalle attività dei paesi più industrializzati e ricchi del mondo come causa odierna e futura di danni irreversibili all’ambiente e alla popolazione”, ma anche “il modello economico di una Sardegna come hub energetico funzionale all’approvvigionamento di gas e energia per l’Europa e le sue fabbriche energivore, il modello energetico volto alla privatizzazione, alla svendita dei terreni agricoli e alla concentrazione nelle mani dei grandi gruppi della produzione. Un modello nocivo e inconciliabile con il benessere della popolazione sarda, la quale deve essere tutrice e amministratrice delle proprie risorse”.

Inoltre, chiedono “che l’energia, le risorse e i potenziali guadagni siano beni gestiti da e per lз sardз, reputiamo decisiva la cessazione di progetti atti a rimarcare un modello insostenibile e fallimentare che si fonda sull’uso spasmodico dei combustibili fossili e delle finte rinnovabili come il biogas, condanniamo l’accumulazione e la società del profitto. A vent’anni dal G8 di Genova, le ragioni del movimento contro lo sfruttamento del pianeta e delle persone continuano a vivere. Infine, reputiamo indispensabili ed imminenti gli interventi volti alla cessazione delle emissioni di gas serra e alla creazione di un sistema economico basato su zero emissioni di CO2, metano e altri gas serra, la revisione della legge sulle comunità energetiche, con la rimozione degli articoli 17 (a tema incentivazione del biogas), 18 (semplificazioni per le infrastrutture di stoccaggio e trasporto GNL) e 19 (delega autorizzazione impianti alle province) dal testo, l’installazione di una rete efficiente di infrastrutture per l’accumulo dell’energia da FER per non dipendere più dalle centrali fossili di Porto Torres, Portovesme e Sarroch che vanno chiuse entro i prossimi 6 anni, assicurando allз lavoratorз il giusto reddito e sostegno economico. L’istituzione di un Comitato di garanzia (formato da espertз di salute, ambiente e diritto) per valutare e nel caso respingere i progetti incompatibili”.

Durante il sit-in avverrà una discussione sui temi elencati, al termine della quale, la nuova associazione ambientalista lancerà l’organizzazione del prossimo sciopero globale per il clima, previsto per il 24 settembre 2021.

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