Esprimo soddisfazione per l’apertura della Giunta regionale in merito alla nostra proposta di istituzione di una commissione d’inchiesta consiliare sulla grave condizione giovanile in Sardegna. Un passaggio che ritengo basilare per intraprendere insieme, al di là di ogni contrapposizione, un’azione strutturale necessaria per affrontare concretamente l’annoso problema”. Così Roberto Deriu, consigliere del Partito Democratico, in riferimento al tema evidenziato in un’interpellanza presentata in Consiglio regionale lo scorso novembre e discussa in Aula stamattina, martedì 6 luglio.

L’esponente dem, primo firmatario dell’interpellanza sui giovani sardi che non studiano, non lavorano e non sono inseriti in alcun percorso di formazione, aveva già sollecitato il presidente del Consiglio regionale attraverso una lettera, una posizione ribadita stamattina durante il Question time in Aula: “I motivi che mi avevano spinto a sollecitare l’intera Assemblea sul tema sono rimasti vivi, i problemi si sono aggravati con il passare del tempo e i numeri impietosi sono sotto gli occhi di tutti”, spiega Deriu. In Sardegna, infatti, i cosiddetti “neet” (giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono inseriti in alcun percorso di formazione) risultano essere ben il 27,7%, mentre la media dell’Unione Europea si attesta intorno al 12,9%. Senza trascurare i dati relativi alla disoccupazione giovanile (sull’Isola è intorno al 50%, contro il 28,9% dell’Italia) e ai livelli di istruzione (in Sardegna la dispersione scolastica si attesta intorno al 23%, mentre nel resto del Paese è al 14,5%).

“La crisi sanitaria ha peggiorato i dati – prosegue il consigliere del Pd –, ecco perché abbiamo da subito evidenziato la necessità di un profondo studio dei problemi riguardanti i nostri giovani, indispensabile per creare un quadro d’insieme sulle condizioni di vita dei giovani nell’isola, al fine di rimuovere le gravi difficoltà che non consentono ai giovani di studiare e lavorare”.

“Questa battaglia non è da considerarsi di opposizione o di maggioranza, l’interpellanza non è stata fatta per ragioni propagandistiche – precisa Deriu –. Noi riproponiamo nuovamente il tema, che riguarda anche l’emergenza educativa e occupazionale post-Covid, punto focale di una ripartenza che può avvenire o con un investimento sulle nuove generazioni o nell’indifferenza di esse e quindi nella preparazione di un futuro molto poco favorevole all’intera società. Ecco perché, dopo l’inchiesta disposta lo scorso 7 gennaio, abbiamo riproposto con forza, sostenuti dai tanti colleghi presenti nell’Aula, la necessità dell’istituzione di una commissione d’inchiesta sull’argomento, in modo da consegnare alla Giunta e al Consiglio regionale un rapporto aggiornato e completo su un tema così cruciale”.

Una richiesta bipartisan, che ha coinvolto moltissimi consiglieri regionali di maggioranza e di opposizione.

“Riteniamo fondamentale una favorevole legislazione e un impegno nel dibattito culturale e politico del Consiglio regionale, motivo per cui siamo soddisfatti dell’apertura della Giunta in merito alla nostra proposta. Il nostro ruolo – conclude Roberto Deriu – ci è stato affidato per creare migliori condizioni di vita in Sardegna, a vantaggio di tutti, anche dei giovani che, ricordiamolo sempre, rappresentano il futuro. Ora dobbiamo iniziare a costruire la rinascita dalle nuove generazioni, da coloro che ne possono essere i veri protagonisti”.

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