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Nel nord-ovest della Sardegna il sistema ospedaliero ha troppe criticità. Lo hanno denunciato i Segretari di Cgil, Cisl e Uil della funzione pubblica in occasione della conferenza socio sanitaria svoltasi il 28 giugno ad Alghero, davanti alla platea di Sindaci, Consiglieri Regionali, Assessorato regionale alla sanità, Ordini Professionali ed il Commissario dell’ATS/Sardegna Dott. Massimo Temussi.

Il tema del lavoro, dell’occupazione e dell’assistenza sono stati i principali punti sui quali il sindacato ha sviscerato le numerose problematiche che da troppo tempo attanagliano tutto il sistema.
Le osservazioni hanno riguardato le difficili condizioni organizzative con le quali il personale è costretto ad operare, a cominciare dal sovraffollamento delle corsie ospedaliere e dei pronto soccorso, a cui si aggiunge la cronica carenza di risorse umane.

A questo proposito, si è fatto presente come il sistema del reclutamento a carattere regionale deve essere riconsiderato attraverso la definizione di procedure semplificate che consentano una giusta redistribuzione delle risorse, sia sugli ospedali che sul territorio. È anche necessario, sostiene il sindacato, “avviare una programmazione delle assunzioni attraverso concorsi per tutte le figure professionali, cominciando da Infermieri ed Oss, in modo tale da garantire da un lato una congrua sostituzione delle mille unità che solo nel 2021 andranno in pensione, dall’altro ridurre al minimo il ricorso al precariato con contratti di somministrazione”.

E ancora: “Ripensare, riorganizzare e soprattutto destinare risorse al territorio per dar gambe ad una vera e fattiva collaborazione tra l’hub di 2° livello dell’Azienda ospedaliero universitaria e il Presidio unico di 1° livello dell’Assl di Sassari con gli ospedali di Alghero ed Ozieri, deve essere una priorità – sostengono i sindacati di Cgil, Cisl e Uil. “È ora che l’ospedale torni ad occuparsi di complessità, per cui il richiamo all’esigenza di una concreta integrazione tra ospedale e territorio deve realizzarsi al più presto. Il sassarese è l’unico territorio che non possiede un Hospice, nonostante sia disponibile la struttura nel territorio di Ploaghe”.

La sanità convenzionata, proseguono le sigle, “merita più attenzione dalla politica regionale, un sistema da troppo tempo derubricato dal dibattito e dagli atti di riorganizzazione e programmazione. La disabilità, l’assistenza nelle strutture per anziani, la riabilitazione e la cura alle persone con disagio mentale, l’assistenza alle persone con autismo fanno parte di una fetta importante del circuito delle cure e della presa in carico dei bisogni e che potrebbero davvero contribuire alla deospedalizzazione e decongestione delle corsie ospedaliere”.

Altra chiave di svolta la si può trovare nell’assistenza distrettuale e/o domiciliare, individuando nell’Infermiere di comunità e di famiglia un professionista responsabile dei processi infermieristici in ambito familiare e di comunità con conoscenze e competenze specialistiche nelle cure primarie e sanità pubblica“.

I Segretari delle Organizzazioni sindacali, anche sulla scorta della proposta conclusiva della conferenza, si sono detti disponibili a collaborare e contribuire insieme ai Sindaci per costruire una proposta di modello di sanità, in previsione della nascita dell’ARES e delle costituende Aziende sanitarie locali previste per il prossimo mese di settembre che abbia l’obbiettivo di creare un modello di sanità davvero vicino alle esigenze del cittadino/utente e che riequilibri i rapporti tra servizi sanitari, ora pesantemente sbilanciati verso il sud dell’isola.

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