Appuntamento a Cagliari, martedì 29 giugno, alle 18:00, davanti alla sede della Rai, per il presidio organizzato dall’Unione per le Cure e i Diritti e le Libertà, associazione di cittadini a supporto del Comitato Cura Domiciliare Covid-19: obiettivo dell’incontro, come si legge nella nota, “chiedere conto dell’omessa trattazione del tema delle cure domiciliari precoci da parte della televisione pubblica“.
Il sit-in si svolgerà in simultanea davanti alle sedi Rai di 21 regioni, per dar voce a un progetto che su Facebook ha raggiunto mezzo milione di iscritti e, soprattutto, che ha visto l’impegno di medici e operatori sanitari nell’assistenza e nel supporto domiciliare reso a migliaia di persone dall’inizio dell’emergenza sanitaria.
“L’iniziativa è stata comunicata a tutta la dirigenza Rai, partendo dal Presidente Foa. Il servizio pubblico, proprio nella sua declinazione naturale, dovrebbe garantire la libera informazione e raccontare agli italiani ogni singolo aspetto rilevante, garantendo pluralismo e diritto di replica, a maggior ragione in una situazione come quella che stiamo vivendo da oltre un anno. Nonostante i ripetuti inviti e comunicati stampa inviati dal Comitato Cura Domiciliare Covid-19, relativamente a tutto il lavoro svolto dai medici del Comitato e dal gruppo #terapiadomiciliarecovid19inogniregione, salvo rarissime occasioni, non abbiamo mai ricevuto alcun riscontro da parte delle redazioni Rai nazionali. Nulla è stato raccontato sui siti di informazione Rai o dai telegiornali“, spiega il presidente Avv. Erich Grimaldi.
#terapiadomiciliarecovid19 in ogni Regione è un gruppo Facebook nato da un’idea dell’avv. Grimaldi, del Foro di Napoli, che durante la prima ondata pandemica, dopo aver fondato il gruppo Facebook #esercitobianco, effettuava una serie di dirette live a cui partecipavano medici del territorio di diverse regioni per ottenere una condivisione delle terapie attuate, e chiedere al Ministero della Salute, alla Presidenza del Consiglio e a tutte le Regioni, un protocollo univoco, a disposizione della medicina territoriale.
In #terapiadomiciliarecovid19 in ogni Regione sono confluiti operatori sanitari da tutta l’Italia, e dal mese di agosto 2020, con l’inizio della seconda ondata, ha risposto alle richieste di pazienti positivi sintomatici a distanza, divenendo un punto di riferimento importante per molte persone, sia per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, sia dal punto di vista del supporto psicologico, “evitando così centinaia di ospedalizzazioni“.
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