“Anziché formare più medici specialisti, considerata l’urgenza dovuta alla loro carenza rispetto al fabbisogno necessario in Sardegna, la Regione pensa a ridurre drasticamente il numero di borse di studio per i medici specializzandi. È inaccettabile, così facendo si rischia di portare al collasso il sistema sanitario regionale e smantellare il diritto alla salute già duramente provato in questi ultimi anni”. Lo afferma Roberto Deriu, consigliere regionale del Partito Democratico e primo firmatario di un’interpellanza sottoscritta da tutti i consiglieri dem e rivolta all’Assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu.
Nel mirino del gruppo del PD c’è la delibera n. 23/31 del 22 Giugno scorso, con la quale l’Esecutivo regionale propone di destinare parte delle risorse regionali all’assegnazione di nuove borse di studio per la frequenza delle scuole di specializzazione di area sanitaria non medica, riducendo di fatto il numero delle borse di studio per i medici specializzandi, che passano da 200 a 53. “Un taglio inaccettabile e che rischia di peggiorare ulteriormente la già grave situazione della sanità regionale – denuncia Deriu –. Finanziare le borse di studio per la frequenza di scuole di specializzazione di area sanitaria non medica non può e non deve in alcun modo condurre alla riduzione di quelle di area medica”.
“L’assessore alla sanità spieghi le ragioni di tale decisione – prosegue l’esponente del PD –. La questione non riguarda semplicemente la categoria dei lavoratori della salute, ma tutti i cittadini. Per questo motivo, riteniamo opportuno disporre l’immediata riprogrammazione del numero di contratti di scuole di specializzazione medica e riorganizzare la spesa per l’assegnazione di borse di studio per la frequenza di scuole di specializzazione di area sanitaria non medica, evitando la riduzione delle precedenti. La Regione – conclude Deriu – non si renda protagonista di ulteriori tagli alla sanità, al fine di evitare enormi ripercussioni sullo stato di salute di un territorio che sempre di più avrà bisogno di medici specializzati”.