Questa mattina Liberu ha partecipato al sit-in davanti al Tribunale di Nuoro. Il raduno si è svolto in solidarietà con i pastori denunciati per le manifestazioni del 2019 per un prezzo del latte equo e dignitoso.
La storia
In tutta la Sardegna si svolsero numerose manifestazioni con la partecipazione di decine di migliaia di persone, che diedero vita ad una delle più grandi testimonianze di solidarietà di classe che il popolo sardo ricordi.
A seguito di quelle manifestazioni scattarono diverse le denunce per vari reati, tra cui quello per blocco stradale, “divieto reintrodotto su proposta dell’allora ministro Salvini e tuttora vigente, nonostante le profonde implicazioni anticostituzionali che esso contiene, come eccepito in sede processuale dall’avvocata della difesa Giulia Lai”, scrive nella nota l’associazione.
Gli unici perseguiti in Sardegna per il solo reato di blocco stradale, stando a quanto comunicato da Liberu, sarebbero i pastori attualmente sotto processo a Nuoro, individuati come responsabili di reato per eventi di massa a cui parteciparono migliaia di persone, come le manifestazioni del bivio di Lula e di Siniscola dell’8 e del 13 febbraio 2019.
Oggi
Questa mattina è stato deciso il rinvio a giudizio di altri nove imputati, che vanno così ad aggiungersi agli altri quattro sotto processo, portando quindi a tredici il numero di persone accusate di blocco stradale, “un reato che è chiaramente di carattere politico”, dichiarano dall’associazione.
“Non si può infatti definire in altro modo un reato istituito per colpire le proteste sociali e le lotte di difesa del lavoro col pretesto, sempre molto interpretabile, di blocco stradale. E da ciò ne deriva con tutta evidenza il carattere persecutorio e politico di un processo che, davanti a manifestazioni sulla 131 partecipate da migliaia di persone, con scolaresche, lavoratori, pendolari, esponenti politici, viaggiatori, (tutti pienamente solidali con la protesta) individua una decina di pastori e li trasforma in capro espiatorio. Il classico gruppo ristretto da colpire duramente, per dare sfogo a una vendetta politica e una rappresaglia sociale che non possono essere dirette contro le migliaia di persone che in quei giorni si trovavano nello stesso posto, con le stesse modalità e per lo stesso motivo”, prosegue il comunicato.
Liberu “sostiene i pastori colpiti da questo incredibile attacco repressivo e manifesta piena solidarietà e vicinanza, assicurando la sua presenza durante tutto l’iter processuale e invitando tutto il popolo sardo a non voltare le spalle, per sostenere coraggiosamente il diritto di manifestare, di difendere il proprio lavoro, di lottare per avere una vita dignitosa”.
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