E’ morto ieri a 80 anni, nella sua casa di Pabillonis (Su) dopo una lunga e dolorosa malattia, don Petronio Floris. Nato a Pabillonis il 17 marzo del 1941, entrò giovanissimo nel Seminario vescovile di Villacidro e fu ordinato sacerdote nel luglio del 1965. Iniziò l’insegnamento di italiano e lettere nello stesso Seminario e nel 1970 arrivò a Montevecchio dove trovò una comunità che lo accolse e lo abbracciò con entusiasmo. Raccolse l’eredità di don Peppetto Spada e fu fervida la sua attività pastorale tra i giovani e tra i lavoratori negli anni difficili, quelli della crisi mineraria, contrassegnati da paure, problemi sociali e familiari e scioperi storici. In tanti ancora ricordano le sue celebrazioni e le sue omelie nei cantieri occupati nei giorni di lotta dei minatori.
Seppe stare sempre a fianco dei giovani, delle famiglie e dei minatori, con semplicità, col suo sorriso ‘serio’ e una parola di conforto per tutti, celebrando, come da tradizione mineraria, la messa domenicale anche nei ‘cantieri’ lontani dal paese per non dimenticare nessuno. Riuscì infatti con la sua spontaneità a coinvolgere la variegata e multietnica comunità mineraria nelle attività sociali, culturali, ecclesiastiche e sportive soprattutto nel tennis, nel calcio e nella sua pallavolo.
Era festa la sera quando all’ora di cena sentivi la porta di casa aprirsi (nessuno toglieva le chiavi dall’uscio a Montevecchio) e lui entrava come un fratello perché voleva condividere riflessioni, problemi, gioie e la nostra compagnia. Com’era sempre aperta la finestra del suo studio, che guardava il paese, al pian terreno del vecchio ospedale della miniera, dove viveva con la sua mamma, signora Anna e il padre Emidio, che lo aiutava nelle attività della chiesetta di Santa Barbara.
Nel 1981, con l’inesorabile declino di Montevecchio, fu trasferito a Guspini lasciando un vuoto che sembrava incolmabile, e assunse l’incarico di vice parroco della Parrocchia di San Nicolò per poi essere nominato nel 1984 parroco di San Giovanni Bosco, nel quartiere di Is Boinargius, dove restò fino al 2010, quando fu nominato curatore della cattedrale di Ales. Fu vicino ai ‘suoi’ minatori anche nell’ultimo sciopero, quello del 1991 a Pozzo Amsicora, che decretò la chiusura definitiva della miniera di Montevecchio.
Giornalista e scrittore, Don Petronio dirigeva il quindicinale della Diocesi di Ales-Terralba ‘Nuovo Cammino’ e lascia diverse pubblicazioni sulla miniera di Montevecchio (Montevecchio La Mia Miniera), sulla cattedrale di Ales (La Cattedrale di Ales, Itinerario Storico artistico) e l’ultimo, ancora senza titolo, che stava concludendo con forza in questi giorni, nonostante la grave malattia, e che uscirà postumo per volontà dei suoi nipoti, dove racconta un’altra storia dell’industria della Sardegna e del Campidano, quella delle fabbriche di Villacidro.
La notizia della sua morte ha destato profondo dolore tra i montevecchiesi. Scrive Mario Scussel, a nome dei tanti giovani di miniera degli anni ’70 nella pagina Facebook ‘Quelli che amano e ameranno sempre Montevecchio’: “Un ricordo ancora presente quando nel 2008 durante il 1° Nostalgic Day, Don Petronio arrivo a Montevecchio per celebrare la Santa Messa per poi unirsi a noi per il pranzo. A 80 anni Don Petronio è salito in cielo portando con se molte storie vissute durante il suo Sacerdozio e sicuramente Montevecchio resterà nel suo cuore. Tutto il gruppo si unisce con un abbraccio attorno alla famiglia. Ciao Don Petronio, che la terra ti sia lieve. E come diciamo in queste tristi circostanze. Un altro pezzo di Montevecchio se ne è andato“.
La celebrazione delle esequie si terrà domani, giovedì 17 giugno, alle ore 16.30 nella Chiesa Parrocchiale della Beata Vergine della Neve a Pabillonis, il suo paese natale che ha tanto amato e nel quale ha voluto concludere la sua esistenza terrena prima di tornare alla casa del Padre. Grazie don Petronio.