movida-marina-e-stampace-nel-mirino-multa-da-6-mila-euro-per-tre-birre

“Se qualcuno si fosse illuso che più controlli delle Forze dell’Ordine avrebbero portato al rispetto delle norme sanitarie sull’inquinamento acustico deve repentinamente ricredersi (svegli sino all’alba, bambini compresi, come sempre). Da questo punto di vista non solo nulla é cambiato, ma addirittura è stata estesa l’area di sofferenza acustica con la piantumazione, anche nelle ultime ore, di tavoli in nuove vie del Centro storico. Siamo sicuramente e fermamente grati alle Forze dell’Ordine per il loro impegno, che certamente ha contribuito a limitare risse e a garantire più sicurezza, ma questo impegno non poteva e non può incidere sulle cause che affliggono la vita quotidiana di migliaia di cittadini”, è quanto si legge nell’ultima nota del Comitato ‘Rumore no grazie’.

“D’altronde quale sia la causa scatenante dell’inquinamento acustico ambientale è noto da anni dai rilevamenti fonometrici. Li vogliamo ricordare al Sindaco Truzzu.

  • Rilevamenti fonometrici ARPAS, maggio-settembre 2014, Piazza Savoia: “Le sorgenti che influenzano il clima acustico risultano essere legate ai diversi esercizi pubblici con tavoli all’aperto (con o senza pedana) nella Piazza Savoia. Le sorgenti di rumore della Piazza Savoia sono costituite dalla musica diffusa all’esterno e, in prevalenza, dal vociare dei clienti che usufruiscono dei servizi al tavolo all’esterno o che stazionano in attesa”.
  • Rilevamenti fonometrici VDP srl, marzo-aprile 2017, Corso Vittorio Emanuele: “La principale sorgente sonora è stata individuata nell’aggregazione di persone, richiamate dalle attività dei locali che offrono servizi ai tavoli all’aperto, atte a conversare e talvolta a schiamazzare all’esterno degli esercizi pubblici”.
  • Rilevamenti fonometrici ARPAS, luglio 2020, Piazza Yenne: “I rilevamenti risultano rappresentativi non solo dell’ambiente abitativo in cui sono stati realizzati bensì della generalità degli ambienti abitativi che prospettano sulla medesima piazza Yenne’ e che la ‘cosiddetta movida cagliaritana é causa, da sola, del netto superamento del valore limite assoluto di immissione”.

Quelli richiamati sono solo una parte dei tanti rilevamenti fonometrici che rendono indispensabile il Piano di Risanamento Acustico per sanare il disastro ambientale che il sindaco Truzzu continua ad alimentare in modo irresponsabile e con noncuranza delle conseguenze. Anziché utilizzare il potere ordinatorio per porvi rimedio, come è chiaramente scritto nella Sentenza di condanna del Comune di Cagliari per inquinamento acustico (TAR, 2015). Sentenza che il Sindaco si ostina a non applicare”, prosegue il comunicato.

“Il sindaco Truzzu sa bene che i quartieri di Stampace e Marina sono stati riconosciuti in ‘criticità acustica’ (2013) e in ‘emergenza sanitaria’ (2016) e pur tuttavia si accanisce autorizzando tavoli e sedie in ogni angolo dei due quartieri incrementando dolore e malattie. Che poi sarebbe come autorizzare lo sversamento di liquami inquinanti in aree già dichiarate gravemente inquinate. Spieghi il Sindaco alla città qual è la logica della sua azione politica che vede l’autorizzazione all’installazione di nuove sorgenti sonore inquinanti mentre è in corso l’iter di esame del Piano di Risanamento Acustico che per legge deve rimuovere le cause del rumore che invece vengono incrementate. A memoria del primo cittadino, ricordiamo che nel fine settimana il livello di rumore in immissione nelle case di Marina e Stampace ha superato mediamente quello massimo consentito di ben 32 volte. Se vi sembra poco!”, concludono dal Comitato.