“Vivamente e responsabilmente preoccupati della situazione di degrado ambientale, dell’aggressione alla salute dei residenti e dei pericoli crescenti per la sicurezza e l’ordine pubblico, Illustre Signor Prefetto, Le chiediamo un incontro urgente sul merito delle problematiche richiamate”, inizia così la lettera inviata al Prefetto di Cagliari dal Comitato ‘Rumore no grazie’.
“I drammi di questi giorni altro non sono che il proseguimento di un fenomeno che ha avuto origine esattamente nel 2008 quanto si ebbe la malaugurata idea di dare avvio all’occupazione delle strade e delle piazze con tavoli, sedie, ombrelloni per la mescita e la ristorazione su suolo pubblico. Avvio che ha generato un devastante inquinamento acustico ambientale certificato tutti gli anni dal 2012 al 2020. Il degrado di questi anni, e di oggi in particolare, è frutto quindi del degrado politico di chi ha amministrato la città calpestando la vita e la salute dei residenti oltre ogni limite”, si legge nella missiva.
“Il nostro Comitato è stato più volte ascoltato con interesse in Prefettura e dobbiamo riconoscere che la Prefettura è l’unica istituzione con la quale è stato possibile un dialogo costruttivo: nei suoi archivi troverà sicuramente le nostre lettere e i nostri documenti. Se il Comune di Cagliari è stato condannato (TAR gennaio 2015) lo dobbiamo in buona parte all’impegno del Prefetto Alessio Giuffrida. Impegno di cui abbiamo dato testimonianza anche al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ma, a distanza di sei anni dobbiamo registrare con amarezza che la Sentenza è rimasta a tutt’oggi inapplicata. La popolazione dei quartieri storici non riesce da oltre dieci anni a vivere con serenità anche per queste ragioni in tanti hanno lasciato la città. Il clima sociale è insopportabile, le condizioni di vita degradate. I più colpiti sono i bambini, i malati, gli anziani. Non bisogna mai dimenticare che ‘il rumore uccide ed è causa di malattie gravi e invalidanti’ (OMS)”, prosegue.
“Non Le nascondiamo, Signor Prefetto, che siamo vivamente e responsabilmente preoccupati della possibilità di eventi inconsulti. Sono sempre più numerosi, tra quanti che da anni soffrono per gli effetti rovinosi dell’inquinamento acustico, coloro che affermano: ‘prima o poi sparo’. Tenga presente, Signor Prefetto, che nei quartieri di Marina e Stampace sono stati certificati dall’ARPAS livelli di rumore notturno anche superiori a 70 decibel: Livelli di rumore non ammessi neppure nelle aree industriali di giorno. Siamo certi, Signor Prefetto, che questa nostra richiesta incontrerà la sua accoglienza e che ci sarà data l’opportunità di illustrare le nostre proposte. Proposte che trovano nel leggi oggi violate la via maestra per le indispensabili soluzioni”, conclude lo scritto firmato dal Presidente Enrico Marras.