“E’ da tempo che si denunciano le lente ma progressive azioni contro il più grande polo sanitario pubblico della Sardegna, in grado di contrastare, in un contesto di sana concorrenza leale, le corrispettive eccellenze sanitarie private della nostra Isola.
Infatti da quando per non condivisibili scelte politiche anche Nazionali è svanita, a favore di quelle private, la possibilità di aggiudicarsi il prestigioso ‘status’ di Irccs, diligentemente avanzato dall’amministrazione aziendale dell’epoca, si assiste al persistente ‘depauperamento’ di alcune prestigiose attività, dalla Chirurgia Plastica alla Neuroriabilitazione. Il tutto aggravato, inoltre, dal palese peggioramento del diffuso disagio psicofisico degli operatori, puntualmente denunciato ma mai seriamente affrontato concretamente e tantomeno risolto“. Così la nota della Uil sull’Arnas, l’Azienda di Rilievo Nazionale ed Alta Specializzazione.
“Non è più tollerabile che i lavoratori dell’Arnas” denunciano nella nota “siano i meno pagati e, per giunta, i peggio trattati, che abbiano anni perso due fasce economiche o che all’Ats un Oss prenda, giustamente, 900 euro di produttività e da noi un primario ne percepisce solo 400“. La Uil lamenta anche uno “stress lavorativo mai realmente monitorato, pur se ripetutamente e pubblicamente denunciato anche agli organi preposti alla vigilanza“.
Il sindacato chiede quindi “di conoscere ufficialmente che fine hanno fatto i fondi delle festività infrasettimanali che sono stati diligentemente accantonati dalla precedente amministrazione, a seguito di specifico impegno tra l’Assessore di allora col suo Direttore generale e CGIL, CISL, UIL Regionali, che la Commissione Salute effettui un sopralluogo, urgente e senza intermediari, nei tre Presidi Ospedalieri al fine di constatare direttamente sul campo, le reali condizioni di lavoro e di soddisfazione degli Operatori” e chiede inoltre allo SpreSAL “un’indagine diretta sulle condizioni psicofisiche dei lavoratori, non avendola mai fatta l’Azienda”. Per quanto riguarda la Regione Sardegna, è necessario “un intervento economico straordinario, come già avvenuto in passato, per porre definitivamente fine alle succitate incomprensibili disuguaglianze economiche tra i nostri Lavoratori e quelli delle altre realtà sanitarie dell’Isola”. Tutto ciò, conclude la nota, “nelle more della nomina urgente di un definitivo Direttore generale per poter pianificare il futuro dell’Azienda“.