“Schizzano i costi di produzione negli allevamenti con il prezzo dei mangimi che vanno alle stelle”. E’ quanto afferma Coldiretti Nuoro-Ogliastra che denuncia un aumento indiscriminato dei costi dei mangimi che stanno portando fuori mercato le aziende sarde già fortemente penalizzate da un mercato a rilento dovuto al Covid. “Il mix tra l’aumento del prezzo mangime e la diminuzione delle vendite sta creando un corto circuito – spiega il direttore di Coldiretti Nuoro-Ogliastra Alessandro Serra – con un aumento indiscriminato dei costi di produzione da una parte ed un mercato statico dall’altra che incide sugli allevamenti”.
In Italia, da una analisi Coldiretti, risulta tra l’altro che il costo dell’alimentazione animale, è superiore di circa il 30% rispetto alla media europea, come conseguenza dell’alta diffusione di produzioni rientranti nei circuiti di qualità.
A pesare è, in particolare, la crescita delle quotazioni di soia, orzo e mais che hanno avuto un incremento, in meno di un anno, rispettivamente di oltre il 60, 27 e 45%. In particolare, per la soia stanno incidendo l’aumento delle importazioni cinesi e, quale elemento non secondario, la pressione sul mercato internazionale esercitata dalle incertezze che hanno caratterizzato le politiche USA sui dazi internazionali. In Sardegna l’aumento dei mangimi colpisce circa 20mila aziende di ovini e caprini, oltre 14 mila di suini, circa 10 di bovini e 1.800 di equidi.
“Con la pandemia si sono accentuate le speculazioni lungo la filiera che come sempre penalizzando gli anelli deboli della filiera, produttori e consumatori – spiega il presidente di Coldiretti Nuoro Ogliastra Leonardo Salis -. In questo momento con l’aumento dei coti di produzione e la stallo dei prezzi pagati agli allevatori, è fondamentale sbloccare i premi comunitari, garantendo liquidità e dando un poco di ossigeno alle aziende agricole”.