Notizie non rincuoranti sono emerse dai dati pubblicati dall’Istat in relazione alle richieste ‘di aiuto durante la pandemia’. Come riporta l’Istituto nazionale di statistica, nel 2020 le chiamate al 1522, il numero telefonico contro stalking e violenza, sono aumentate del 79,5% rispetto al 2019.
I mesi in cui sono state effettuate più chiamate sono quelli del lockdown più duro, tra marzo e maggio, in cui la convivenza forzata e la crisi economica ha dato vita a circostanze problematiche. Ma anche il 25 novembre, data in cui si ricorda la violenza contro le donne.
La violenza segnalata è soprattutto fisica (47,9%), ma quasi tutte le donne hanno subìto più di una forma di violenza e tra queste emerge quella psicologica. In aumento rispetto agli anni precedenti anche le richieste delle donne più giovani, fino a 24 anni, e delle donne con più di 55 anni. Il 18,5% delle violenze commesse sono state effettuate da familiari, mentre sono stabili le violenze dai partner attuali (57,1% nel 2020).
Oltre 20mila donne, nei primi cinque mesi del 2020, si sono rivolte a un Centro antiviolenza, con differenze tra nord, sud e centro Italia. Se infatti la media di donne accolte per Centro è di 73, nel Nord-est dello Stivale si arriva a 108, al Centro a 95. Numeri più bassi nelle Isole e nel Sud Italia (con una media di 43 e 47 donne). Però, precisa l’Istat, il Sud anche negli anni precedenti presentava una media minore di donne accolte rispetto alle altre ripartizioni. L’incremento delle donne accolte dai Centri nei primi 5 mesi del 2020, rispetto ai primi 5 mesi del 2019, non è importante (+1,1%), ma le differenze sul territorio si fanno sentire: si va da +41,5% di donne accolte nelle Isole, a +21,1% al Sud a +5,4% del Centro e +5,2% del Nord-est fino al calo registrato nel Nord-ovest (-16,4%). Le regioni con percentuali sopra la media sono il Lazio, il Veneto, la Sicilia, la Sardegna e la Lombardia.