Con Jorit ho in comune l’Accademia di Belle Arti frequentata, il voto di licenza finale e la frequentazione di centri e movimenti sociali di sinistra. Non siamo della stessa generazione, evidentemente le annate portano a percezioni e prospettive differenti, in relazione alla realtà sociale che si legge rappresenta. Nel precedente articolo su Cagliaripad, notavo come trovassi surreale, che un artista diventato icona e simbolo dei movimenti sociali rossi napoletani, simbolo istituzionale culturale della giunta De Magistris, denunciasse sul suo profilo Facebook d’essere stato aggredito in un centro sociale a Roma, l’Exsnia, dove stava terminando il volto di Luana d’Orazio da un aggressore etichettato come “tossico” e “feccia”.
Jorit non ha gradito come gli sia stato fatto notare, che in un centro sociale, dare del “tossico” e della “feccia”, a chi giustifica la presenza del centro sociale nel territorio, ossia l’urgenza di recuperare, riabilitare e integrare socialmente e culturalmente il disagio, non sia stato proprio il massimo dello “stile”, così come invocarne l’isolamento, a cosa servirebbero i centri sociali se non a recuperare soggetti e realtà degradate che forza maggiore devono con loro interagire? Spazi sociali occupati che da sempre sostengono la giunta De Magistris e rendono, con la loro azione e promozione culturale, nel mondo sempre più, Napoli città cartolina e capitale Europea della sinistra dei movimenti, con tutte le sue conflittualità pregresse, conflittualità che il lavoro, la ricerca e le pubbliche prese di posizione di Jorit rendono plasticamente irrisolte in pubblico. Jorit non pensava di ritrovarsi dinanzi a voci critiche che gli facessero notare quanto e come la sua presa di posizione pare essere Salviniana, per cui ha rilanciato, sempre dalla sua pagina Facebook, sdegnato, lamentandosi di come non sia stato bello difendersi da solo, contro un uomo di due metri, grosso il doppio di lui, con coltello e cane con una testa grande quanto la sua (non starà un tantino esagerando?), ribadendo che una certa tipologia d’umanità sia feccia da tenere a distanza dai centri sociali.
L’aspetto intrigante di questa sua nuova presa di posizione, che pare riaprire un irrisolto tra lui e i centri sociali (nel 2017 era stato puntato per una serie di murales ritratti che celebravano Fedez, Vittorio Sgarbi e Achille Bonito Oliva, quello di Fedez a Pianura rimosso, e contestato dai centri sociali, per fare posto all’articolo 1 della Costituzione), è un passaggio nel post, dai toni fortemente proibizionisti: “La roba” non ha nulla a che fare con le lotte sociali e per di più è dannosa soprattutto per chi non riesce più a uscirne, io personalmente ho sempre provato a farne a meno nella mia vita. Detto questo, penso che un tossicodipendente vada aiutato (ovvio!) ma certamente non è che se uno ti viene con un coltello gli puoi rispondere con una carezza.” Questo passaggio, nella sua generalizzazione mi fa inorridire, neanche più Roberto Saviano e Marco Travaglio (non proprio due antiproibizionisti) generalizzano riguardi la questione delle droghe, leggendole tutte come pesanti.
Quanta economia in nero sia possibile recuperare passando per la semplice legalizzazione delle droghe leggere è qualcosa che ha determinato anche in Italia un ampio (e irrisolto) dibattito, non leggere la problematiche delle sostanze stupefacenti leggere a scopo terapeutico e ricreativo, in relazione a una serie di situazioni contestuali ai conflitti di classe italiani, dove la povertà non è stata mai eliminata, ma soltanto ghettizzata, marginalizzata e deprivata della dignità, ignorando deliberatamente e gratuitamente, quanta economia in nero entri nella tasche delle organizzazioni malavitose d’ultima generazione, nel nome del proibizionismo incondizionato, rende politicamente Jorit più vicino a Di Maio e Salvini che non a De Magistris e i centri sociali occupati napoletani. Salvini bacia il crocifisso, Di Maio venera San Gennaro e Jorit San Gennaro lo ritrae a protezione della città (che il sangue si sciolga o meno).
Insomma per i problemi sociali e culturali basta avere fede, non porgere l’altra guancia, e reagire sempre con forza e risolutezza. Forse se intercede Sant’Efisio, prima o poi Cagliari avrà una sua Accademia di Belle Arti. Se Truzzu incaricasse Jorit di dipingere un Sant’Efisio monumentale che si veda dal porto di Cagliari? Magari poi Sant’Efisio, per grazia concede il miracolo di una pubblica Accademia d’Alta Formazione artistica, nell’unica città metropolitana occidentale dove non c’è mai stata, magari un giorno si formerà qualcuno che potrà anche leggere criticamente il lavoro di Jorit come un semplice e onesto ritrattista di genere, di fatto a Napoli, dove l’Alta Formazione Artistica c’è dai tempi dei Borboni, qualcuno Jorit lo critica e scrive sui muri che più che un artista pare essere un pittore del Comune, ovviamente lui di tutto questo fa marketing e rilancia la foto sulla sua pagina social.
L’opinione di Mimmo Di Caterino