“Sul Recovery Plan la Sardegna rischia concretamente il più clamoroso flop degli ultimi decenni”. Così il presidente regionale dell’Anci, Emiliano Deiana, che sui social esprime alcune considerazioni circa i fondi europei destinati alla Sardegna.
“La Sardegna sul Recovery Plan ha accumulato un ritardo che, stando così le cose, non so se sia più colmabile” scrive. “Nel meridione stanno festeggiando, giustamente, interventi capaci di modificare la qualità di vita dei territori. Qui si continua con la cortina fumogena”.
“I responsabili – conclude Deiana – saranno coloro che, nelle scorse settimane e negli scorsi mesi, hanno inquinato il dibattito su cose che non stavano né in cielo né in terra e meno che mai nelle azioni previste dalla Commissione Europea nel Next Generation Ue”.
Il consigliere del Partito democratico, Roberto Deriu, scrive in una nota che “la Sardegna non arriva pronta alle sfide contemporanee: è sul palcoscenico del XXI secolo da comparsa”. Ci sono rimedì? “Sì, ma non sono le ricette demagogiche, non sono le bacchette magiche. Serve invece una nuova grande azione congiunta delle forze migliori, ovunque siano”. La verità, prosegue, è che “da molti anni l’amministrazione pubblica nelle sue molte componenti non si è attrezzata alla pianificazione e alla programmazione. Ci sono molte difficoltà da superare, molte riforme da fare, nessun populista, nessun demagogo, né di destra né di sinistra è in grado di affrontare”.
Profonda delusione anche da Salvatore Deidda del partito di Fratelli d’Italia: “Nessuna menzione della Sardegna nel capitolo inerente alle ‘ferrovie’ nel Piano Nazione di Ripresa e Resilienza presentato del Premier Draghi”.
“Si parla di elettrificazione delle reti nel meridione – prosegue Deidda – quando noi di Fratelli d’Italia avevamo espressamente chiesto di citare anche l’Italia insulare. Per l’Isola viene menzionato solo il collegamento tra porto e aeroporto di Olbia e investimenti per la stazione di Oristano, mentre nessun riferimento viene fatto per la rete ferroviaria Olbia-Nuoro, già più volte richiesta dal sottoscritto tramite interrogazioni”. Dunque, conclude, “chiediamo di mettere al voto parlamentare tutti gli atti conseguenti alle comunicazioni rese e le fasi di esame e approvazione dei singoli stati di attuazione del Piano, nonchè l’elaborazione delle modalità procedurali che permettano l’effettiva fruizione delle risorse nei tempi previsti e di coinvolgere il Parlamento nella individuazione ed elaborazione delle riforme strutturali che dovranno garantire l’attuazione del Piano evitando il ricorso a legge delega”.