Questa mattina si è svolta a Cagliari la protesta dei lavoratori agricoli delle campagne contro la mancanza della previsione di aiuti per gli stagionali nel Decreto Sostegni. I manifestanti, occupati soprattutto negli agriturismi e nel settore del florovivaismo, si sono dati appuntamento davanti a Prefettura. Il settore consta in ben 10mila addetti.
La mobilitazione è stata organizzata a livello dai sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil. “Il nostro grido d’allarme a tutela dei lavoratori stagionali che hanno assicurato, anche in questo anno di pandemia, cibo fresco sulle nostre tavole e che sono stati indicati per tanti mesi come essenziali – sottolineano i segretari regionali Anna Rita Poddesu (Flai), Bruno Olivieri (Fai) e Gaia Garau (Uila) – non può rimanere inascoltato”.
A causa dell’emergenza sanitaria infatti, sono state perse anche in Sardegna centinaia di giornate di lavoro: “E’ inaccettabile – proseguono i segretari – che ora vengano dimenticati dal governo e lasciati senza alcun sostegno al reddito”. Le categorie nazionali hanno spiegato le loro ragioni già a fine marzo, nella prima giornata di mobilitazione che si è svolta a Roma e che ha portato a un incontro in videoconferenza con il ministro per le Politiche agricole. Le rivendicazioni dei sindacati: l’introduzione del bonus per gli stagionali dell’agricoltura e la sua compatibilità con il reddito di emergenza; il conteggio, per il 2020, delle stesse giornate di lavoro del 2019; il riconoscimento di una cassa integrazione stabile per i pescatori. Oltre a questo, Fai, Flai e Uila chiedono l’inserimento della clausola sulla condizionalità sociale nella Politica agricola comune (PAC), per condizionare i contributi europei rivolti alle aziende al rispetto di leggi e contratti. E ancora, esprimono totale contrarietà al tentativo di semplificare ancora di più l’uso dei voucher che annichilisce le tutele e i diritti dei lavoratori, e sollecitano la riapertura dei tavoli negoziali per il rinnovo dei contratti provinciali.
Obiettivo: modificare- si legge in una nota una politica di sostegno fortemente sbilanciata a favore delle imprese agricole e non dei lavoratori. “Anche a loro – concludono Rita Poddesu, Bruno Olivieri e Gaia Garau – vanno garantiti diritti contrattuali, un reddito dignitoso e sostegni adeguati”.