“Momento di cordoglio per le vittime e di solidarietà da parte della comunità cagliaritana nei confronti dei parenti. Ma anche monito al principio di verità e giustizia, affinché tragedie simili non si ripetano, non si crei più questo clima di disinformazione e depistaggi. La verità anche se dolorosa e la consapevolezza di quello che è successo aiuta a costruire un futuro migliore”.
A trent’anni esatti dalla tragedia del Moby Prince, il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu non rinuncia al ricordo dei 140 tra passeggeri ed equipaggio che nella notte del 10 aprile 1991 persero la vita nell’incendio divampato dopo la collisione tra il traghetto appena partito dal porto di Livorno per Olbia e la petroliera Agip Abruzzo.
Con le nuove abitudini che stanno cambiando il mondo stretto nella morsa del coronavirus, questa mattina di sabato 10 aprile 2021 nella piazza Vittime del Moby Prince, davanti alla Capitaneria di Porto di via Roma, al lungo silenzio e alla cerimonia di deposizione di una corona d’alloro officiata dal primo cittadino si sono uniti anche Massimo Deiana (presidente dell’Autorità di Sistema portuale del mare di Sardegna), il capitano di fregata Erminio Di Nardo (Compartimento marittimo di Cagliari) e Luchino Chessa.
“La cerimonia di oggi che il sindaco Truzzu ha proposto di fare – ha rimarcato Chessa nella veste di presidente dell’Associazione 10 aprile Familiari Vittime Moby Prince – rappresenta un segno importante per noi e fa capire che c’è una nuova sensibilità da parte delle istituzioni e delle forze politiche in generale”.
“Nel Trentennale della strage del Moby Prince, i familiari delle vittime plaudono alle dichiarazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con il pensiero rivolto alle vittime, alle tante vite improvvisamente spezzate e al dolore straziante dei loro familiari, il Presidente ha rinnovato la vicinanza e la solidarietà della Repubblica e ricorda che è inderogabile ogni impegno diretto a far luce sulle responsabilità dell’incidente e sulle circostante”, ha proseguito Chessa. “Anche la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia ha fatto giungere la sua voce ai familiari delle vittime che aspettano di conoscere fino in fondo le cause di ciò che successe quella sera del 10 aprile 1191. La domanda di conoscenza e, quindi, di giustizia richiama un impegno che l’Italia ha il dovere di compiete. La Ministra ricorda che il disastro del Moby Prince rimane una ferita aperta per in nostro Paese e nuove aspettative sono riposte nell’ultima indagine aperta dalla Procura di Livorno. Infine la Ministra esprime la certezza che i magistrati di Livorno sapranno affrontare il rinnovato impegno con tutta la dedizione e la professionalità che il compito di rendere giustizia richiede”.
“I familiari delle vittime esprimono soddisfazione e sono vicini ai Magistrati della Procura di Livorno, nelle persone del Dott. Ettore Squillace Greco e della Dott.ssa Sabrina Carmazzi che stanno lavorando da tre anni nel riserbo più totale. Non ci sentiamo più soli”, ha concluso il professor Chessa.