Moby ha depositato ieri sera, entro il termine fissato dal Tribunale di Milano, domanda in continuità. Lo si legge in una nota in cui viene specificato anche che il gruppo CIN conferma l’intenzione di presentare un piano di ristrutturazione “anche alla luce degli accordi già sottoscritti con circa il 95 per cento dei fornitori e grazie alla partnership con l’investitore Europa Investimenti/Arrow”.
Il piano Moby, prosegue la nota, “assicura le migliori condizioni per il rilancio dell’impresa, il mantenimento dei servizi ai clienti, la salvaguardia dei livelli occupazionali diretti e dell’indotto per un totale di oltre 6.000 lavoratori in un settore, quello marittimo, tra i più colpiti dalla crisi Covid-19”. Il piano, “pur prevedendo la vendita di alcuni asset, si basa sulla continuità aziendale, sul mantenimento dei posti di lavoro e delle rotte in essere, anche in considerazione dei positivi risultati registrati nell’ultimo anno e del previsto arrivo di due nuovi traghetti Ro-Pax in costruzione con la capacità di 2.500 passeggeri e di 3.750 metri lineari di merci ciascuno”.
Il deposito dell’istanza di omologa per CIN, spiega la nota, è rinviato di alcuni giorni per concludere le trattative con Tirrenia in amministrazione straordinaria. “Il Gruppo prosegue, quindi, nel percorso di superamento della crisi, provocata dall’attacco subito da un gruppo di bondholders che avevano presentato un’istanza di fallimento, poi rigettata dal Tribunale di Milano, nel settembre 2019, e poi aggravatasi per le conseguenze sul settore dei trasporti della pandemia in atto”, viene spiegato. Il presupposto del risanamento “è un rigoroso piano di azioni posto in essere dal management nell’ultimo anno, che ha previsto una serie di misure per il contenimento dei costi, l’incremento delle quote di mercato e la dismissione di alcuni asset ed ha così creato le condizioni per la presentazione ai creditori di un piano solido e sostenibile”.
Tar: “Nessuno stop a bando tratte con Sardegna”
Nessuna sospensione cautelare urgente dei bandi Invitalia d’indizione delle procedure per l’affidamento in concessione del Servizio pubblico di Trasporto marittimo di passeggeri, veicoli e merci tra Civitavecchia, Arbatax e Cagliari e viceversa, nonché tra Genova e Porto Torres e viceversa, con obblighi di servizio pubblico per la continuità territoriale marittima.
L’ha deciso con due decreti monocratici il Tar del Lazio, respingendo le richieste fatte da Grimaldi Euromed S.p.A.; già fissata il 7 aprile prossimo l’udienza in camera di consiglio per la valutazione collegiale dei motivi di ricorso proposti. Con le impugnative si contestano anche il Disciplinare di gara (in particolare, degli articoli che individuano l”Oggetto della Concessione e il luogo di esecuzione’, che disciplinano i ‘Soggetti ammessi a partecipare’, e quelli recanti il ‘Termine per la presentazione dell’offerta’), nonché tutti i passaggi dell’intera procedura.
Il Tar, sentite le parti, ha considerato che “le esigenze cautelari prospettate con il ricorso introduttivo del giudizio possono essere adeguatamente garantite anche in esito alla delibazione collegiale della domanda”. Ritenendo non sussistenti i presupposti per l’adozione di una misura cautelare monocratica, ha respinto le richieste di Grimaldi Euromed, fissando per la trattazione collegiale la camera di consiglio del 7 aprile 2021.
Filt Cgil: “Piano sembra dare garanzie ma vigiliamo”
Nel piano di ricostituzione del debito e quindi domanda in continuità presentato e depositato ieri al tribunale di Milano da Tirrenia, “parrebbe siano contenute tutte quelle clausole che porterebbero, nell’arco di poco tempo, al superamento di una situazione di incertezza che dura oramai da troppo tempo”. Così il segretario generale della Fit Cgil Sardegna Arnaldo Boeddu commenta gli ultimi svilippi sulla compagnia di navigazione.
“Qualsiasi decisione verrà assunta da parte del Tribunale speriamo tenga nel dovuto conto il mantenimento dei livelli occupazionali e di reddito fino ad ora espressi, così come la continuità sui collegamenti fondamentali per consentire alle persone di poter programmare per tempo gli spostamenti e agli imprenditori di poter programmare con certezza gli imbarchi e gli arrivi delle merci”.
Secondo il leader sindacale, “ad oggi rimane sempre in piedi il punto interrogativo rispetto ad alcuni asset che dovrebbero essere venduti e che potrebbero coinvolgere direttamente i lavoratori impiegati in Sardegna. Così come rimangono in piedi – chiarisce ancora Boeddu – tutte le incognite derivanti dalla decisione assunta dal Governo con il placet della Regione Sardegna a voler bandire le gare in continuità territoriale per singola tratta”. Una decisione da subito contestata dalla Filt Cgil perchè “potrebbe comportare alcune distorsioni come, ad esempio, che per alcuni collegamenti via mare più armatori potrebbero posizionarsi sulla stessa tratta mentre altre potrebbero andare deserte. Il tutto a discapito della mobilità delle persone e del trasporto delle merci ma, questione non secondaria, con gravissime ripercussioni sotto l’aspetto occupazionale”.