La battaglia di Peoplefly per liberare i cieli sardi dal monopolio diventa un tema di carattere nazionale, infatti nei giorni scorsi il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo sulla compagnia aerea di Andrea Caldart.
“È una battaglia giuridica in punta di diritto che però apre uno scenario di concorrenza anche nel trasporto aereo falcidiato dalla pandemia, la particolarità è che avviene su rotte tendenzialmente svantaggiate, coperte da incentivi per la continuità territoriale, perché teoricamente sarebbero a fallimento di mercato per una domanda non adeguata per tutto l’anno: cioè le rotte da Milano e Roma per Olbia, Alghero e Cagliari”, scrive il Corriere.
“Attualmente Alitalia (e ancora prima Air Italy, ex Meridiana) viene sussidiata dalla regione Sardegna e da un contributo dello Stato per consentire alla compagnia in amministrazione straordinaria di continuare a volare per garantire i collegamenti con l’isola, ma Andrea Caldart è di altro avviso – prosegue il quotidiano – con la sua Peoplefly dice di poter portare voli charter da e per la Sardegna a condizioni di mercato se l’Enac spacchettasse tra i diversi vettori le cosiddette bande, cioè le fasce orarie in cui volare sulla Sardegna: «Così trasportiamo la gente, stabiliamo le rotte e determiniamo il costo a seggiolino. Solo a rendicontazione finita potrebbe esserci un contributo pubblico basato sulla differenza del non venduto rispetto ai posti garantiti — dice Caldart — ma abbiamo fatto alcune proiezioni sulla Sardegna e il tasso di riempimento è del 92% sull’arco annuale». Cioè 92 posti venduti ogni 100 offerti. Così non si dilapiderebbero soldi pubblici dati ad Alitalia che pochi sanno come si compongono”.
“Caldart si è rivolto al Tar della Sardegna e al Consiglio di Stato che gli hanno dato ragion riuscendo a dimostrare questo monopolio, «ma non sono però riuscito ad avere giustizia e, seppure abbiamo visto riconosciuto il nostro diritto di fare libera impresa privata e ed anche il fatto che, volevo tutelare i cittadini consumatori perché avessero una pluralità di offerta di trasporto aereo da/per la Sardegna». Dice di aver presentato anche un esposto alla Procura di Cagliari per chiedere un’indagine sui molti milioni di euro dati gratis ad un’azienda in stato commissariale «e che quindi, non li potrebbe percepire». E di essersi rivolto persino alla Dg Comp della Commissione Ue guidata da Margrethe Vestager”, prosegue il Corriere.
«Come fa la Regione Sardegna ad accettare le garanzie di un’azienda che di fatto, oltre a perdere un milione al giorno è insolvente? E soprattutto chi ha emesso quelle garanzie? Magari lo Stato? Ebbene lo Stato italiano garantisce un’azienda insolvente? Allora deve garantire ogni azienda italiana incagliata nelle medesime condizioni», si chiede Caldart. La Regione Sardegna ha fatto due determine a chiamata diretta per prorogare, per la quarta volta, l’esecuzione della continuità territoriale per Alitalia che oggi gli danno la possibilità di avere in mano da tutti e tre gli aeroporti sardi, le connessioni tra la Sardegna e Roma Fiumicino e Milano Linate. Per un totale complessivo di circa 233 milioni di euro. Caldart mette nel mirino anche i 175 milioni di soldi pubblici dati alle low cost. Ci sarebbero poi i contratti destinati alla «pubblicità sul web», che ammontano a 5 euro a passeggero per complessivi 3 milioni di euro l’anno (175 in dieci anni).
“In Sardegna l’Unione Europea ha condannato 16 compagnie aeree low cost a restituire 70 milioni di euro, erogati dalla Regione con la ‘Legge Cappellacci’: ad Alghero, 41 milioni in 10 anni; a Cagliari circa 30 milioni di euro in dieci anni, di cui 27 solo a Ryanair; a Olbia 15 milioni. Agli aeroporti della Calabria sono andati 11 milioni di euro annui, circa cento in dieci anni. Caldart dice di aver presentato un’offerta progettuale anche per la parte aviation di Air Italy senza però essere preso in considerazione. E di aver più volte chiesto un incontro al principe dell’Aga Khan chiedendo un affitto con riscatto di Air Italy con Alisarda in quota di maggioranza”, conclude il Corriere.