La quarta serata del Festival di Sanremo ha raccolto su Rai1 11 milioni 115 mila telespettatori pari al 43.3% nella prima parte e 4 milioni 980 mila nella seconda con il 48.2%. Migliorano gli ascolti rispetto alla serata cover, che aveva avuto 10 milioni 596 mila pari al 42.4% di share nella prima parte e 4 milioni 369 mila con il 50.6% nella seconda.
L’anno scorso la quarta serata del festival aveva ottenuto 12 milioni 674 mila telespettatori con il 52.3% di share nella prima parte e 5 milioni 795 mila con il 56% nella seconda.
Tocca a Fiorello aprire la quarta serata del Festival di Sanremo, entrando in scena con la parrucca anni ’80-’90, un assaggio dell’annunciato duetto su Siamo donne, portato all’Ariston da Sabrina Salerno e Jo Squillo nel 1991. “Con i baffetti tagliati mi dicono che assomiglio a D’Alema senza baffetti”, scherza, mentre saltella e invita a “fare sport: muovetevi, sennò non ci arrivate all’età mia. Bisogna fare sport: da ragazzini si fa il calcio, poi il calcetto, poi il tennis, poi le bocce. Più il tempo passa, più le palle rimpiccioliscono”.
Gaudiano con il brano Polvere da sparo vince il festival di Sanremo tra le Nuove Proposte. Secondo Davide Shorty con il brano Regina, terzo Folcast con il brano Scopriti, quarto Wrongonyou con il brano Lezioni di volo. A votare sono stati chiamati la sala stampa (33%), la giuria demoscopica (33%) e il pubblico con il televoto (34%).
Va a Wrongonyou il Premio della Critica Mia Martini per le Nuove Proposte, con il brano Lezioni di volo. Wrongonyou ha avuto 22 preferenze, Davide Shorty 21, Gaudiano 11. Davide Shorty vince il Premio della Sala Stampa Lucio Dalla, con il brano Regina.
Ermal Meta, con Un milione di cose da dirti, guida ancora la classifica generale dei Big in gara al festival di Sanremo, frutto della media tra le votazioni nelle prime tre serate. Questa la top ten della classifica: 1) ERMAL META – Un milione di cose da dirti 2) WILLIE PEYOTE – Mai dire mai (la locura) 3) ARISA – Potevi fare di più 4) ANNALISA – Dieci 5) MANESKIN – Zitti e buoni 6) IRAMA – La genesi del tuo colore 7) LA RAPPRESENTANTE DI LISTA – Amare 8) COLAPESCE DIMARTINO – Musica leggerissima 9) MALIKA AYANE – Ti piaci così 10) NOEMI – Glicine.
“‘Non voglio fare body shaming, sei ingrassato sei dimagrito, non si può dire niente… Ma Amadeus non vede niente, gli stavo accanto e non mi ha visto”, scherza Fiorello sul palco dell’Ariston prima di coinvolgere il direttore artistico nella lettura in coro del gobbo. Insieme introducono così Barbara Palombelli, co-conduttrice della quarta serata del festival, elegante nel tailleur pantalone color panna. Al primo scambio, Fiorello le chiede come chiami nell’intimità il marito, Francesco Rutelli: “Francy, o anche cucciolo. Ma cucciolo chiamo anche mio nipote”, scherza la giornalista, auspicando che Sanremo sia “un segnale di ripartenza per tutto lo spettacolo dal vivo”. Al sesso degli animali è dedicata la seconda incursione di Fiorello a Sanremo. “Non voglio fare il Greto Thumborg, ma gli animali vanno rispettati”.
Martedì era stato Leonardo da Vinci, Max Gazzè si è trasformato nel pittore Salvador Dalì, con tanto di baffetti al’insù, fiori tra i capelli e bastone da passeggio. Gazzè-Dalì ha anche abbandonato la Trifluoperazina Monstery Band a favore di una poltrona (che ha provveduto a portarsi via a fine esibizione), seduto sulla quale ha cantato gran parte della canzone (Il farmacista). Sulla giacca di velluto amaranto campeggia la scritta Dalì 01.
Quarto quadro di Achille Lauro al Festival di Sanremo. “Sono il punk rock, la cultura giovanile, San Francesco che si spoglia dei beni, Giovanna D’Arco che va al rogo, Prometeo che ruba il fuoco degli dei, l’estetica del rifiuto dell’appartenenza all’ideologia. Dio benedica chi se ne frega”, è l’introduzione alla performance con cui l’artista si presenta in scena in abito da sposa, seta e piume bianche, brandendo la bandiera italiana, tra un accenno all’inno di Mameli e la marcia nuziale. Bacia Boss Doms sulla bocca, citando l’esibizione dell’anno scorso, poi canta ‘Me ne frego’ e ‘Rolls Royce’ coinvolgendo Fiorello, in mantello nero e corona di spine. Alla fine dell’esibizione, Fiorello resta immobile al centro del palco: “Non posso parlare, sono ligio al mio ruolo, sono un olio, un quadro di Achille Lauro”, scherza e viene portato via di peso.
“Siamo donne, oltre le gambe c’è di più”, cantavano nel 1991 a Sanremo Sabrina Salerno e Jo Squillo. Un brano diventato simbolo di ribellione femminista che Fiorello a Amadeus ripropongono con le parrucche per citare le interpreti originali. “Sabrina, Jo, con questo brano avete fatto la storia”, dice Fiorello. “E noi l’abbiamo rovinata”, chiosa Amadeus. A ogni entrata di Ibra, svedese di nascita, ma di origini slave, parte una musica stile Bregovich. “E’ la musica del mio Paese, che mi stimola e mi dà tanta energia, così ogni volta che vengo per il MIO festival mi carica”, spiega il calciatore rivolgendosi ad Amadeus che chiedeva spiegazioni. Poi, spostandosi verso il centro del palco, aggiunge: “parliamo di tante cose, ma non di veri campioni, oltre me ci sono altri campioni qui dentro: e sono loro”, indicando gli orchestrali, che lo ringraziano alzandosi in piedi. Pon tornando a punzecchiare Amadeus: “eri piccolo, ti ho fatto diventare grande”.