I carabinieri del Nas di Cagliari, in collaborazione coi colleghi di Quartu Sant’Elena, hanno ispezionato un caseificio situato nell’hinterland del capoluogo. I militari hanno rilevato alcuni illeciti amministrativi e in particolare hanno accertato che nel seminterrato dello stabilimento, all’interno di una cella frigorifera destinata ai prodotti finiti, erano presenti 608 forme di formaggio, dal peso di circa kg 3 ognuna, e 9 bidoni da 13 kg ciascuno di pomodori secchi, tutti privi di qualsiasi riferimento o indicazioni e documentazione commerciale, necessari ad accertarne l’origine e la provenienza. In sostanza è impossibile stabilire sul piano documentale da chi fossero stati acquistati o se fosse stato il caseificio stesso a produrli.

Hanno inoltre constatato le precarie condizioni igieniche dell’intero seminterrato, a causa delle muffe determinate da copiose infiltrazioni di umidità e dei residui di lavorazione non rimossi da tempo, presenti in tutti gli ambienti.

Per queste criticità la merce, per un valore commerciale di circa 30.000 euro, è stata sequestrata. Il concetto di rintracciabilità è fondamentale dal punto di vista della sicurezza alimentare, ai fini delle verifiche a priori e a posteriori, per ricostruire i livelli qualitativi delle produzioni ed eventuali responsabilità di chi ha prodotto o commercializzato gli alimenti. Nel momento in cui si rilevino dei problemi di varia gravità su di un lotto, deve essere possibile andare a rintracciare le singole confezioni che ne fanno parte per sottrarle all’ulteriore commercializzazione.