“Nei reparti di Medicina dell’Aou di Sassari c’è affollamento, la situazione è esplosiva, 56 pazienti sono ricoverati a letto, ma un’altra quindicina di degenti sono adagiati su barelle aggiuntive nelle stanze e il personale è ridotto all’osso anche nei reparti Covid, nonostante le promesse fatte nell’incontro del 4 novembre scorso dai vertici di Ats, Ares e Aou”. È l’allarme attraverso cui i sindacati tornano sul piede di guerra e agitano il fantasma dello sciopero generale tenuto in stand-by in seguito alla riunione di due mesi fa.
“La carenza di risorse umane è tra i principali limiti su cui nulla o poco è stato fatto”, attaccano i segretari territoriali Toto Terrosu, Antonio Canalis e Myriam Pastorino della Cgil Fp, Antonio Monni e Gianmario Sardu della Cisl Fp e Dario Cuccuru della Uil Fpl. “L’assunzione di 630 unità in tutta la Sardegna, sbandierate dalla Regione, non corrispondono alla realtà – recriminano – la gran parte sono già in forza negli ospedali e nelle strutture territoriali con contratti atipici e sono stati contrattualizzati attraverso le chiamate dalle graduatorie”.
Peraltro, è la riflessione, “se si considera che si tratta di unità spalmate su 12 aziende sanitarie, la dotazione media è di 50 unità”. Secondo i sindacati, “la situazione delle Medicine dell’Aou è emblematica delle disfunzioni e della disorganizzazione del sistema, con l’assembramento di pazienti parcheggiati in barella o appoggiati in altre unità operative, che è oramai consuetudine”. I sindacati chiedono un incontro urgente ai commissari delle aziende, o sarà sciopero generale. “Ci riserviamo di adottare tutte le azioni di mobilitazione necessarie e propedeutiche alla riapertura della procedura di sciopero”.