Un terzo trimestre ancora negativo anche se in netto miglioramento rispetto al secondo trimestre. È questo in estrema sintesi ciò che si desume dal report sull’andamento del mercato del lavoro in Sardegna elaborato dall’Osservatorio dell’Aspal. Gli effetti della pandemia sono ancora presenti e pesanti nonostante i segnali di ripresa registrati negli ultimi tre mesi. Un andamento generalizzato che si nota soprattutto nei dati: calano del 7% gli occupati (era il 6% nel secondo trimestre) raggiungendo quota 569 mila, un livello abbastanza vicino ai valori minimi raggiunti nel biennio 2013-2014.

E crescono del 2% i disoccupati, che arrivano a 90 mila unità: +24 mila rispetto al trimestre precedente (+36%), +2 mila rispetto al trimestre corrispondente dell’anno precedente (+0,2%). Il tasso di disoccupazione sale al 13,7% (12,5% stesso periodo 2019). Gli inattivi sono cresciuti del 6% (era il 15% nel secondo trimestre) raggiungendo quota 441 mila con un tasso del 30.2% ma con un picco del 46,7% per la sola popolazione femminile. La forza lavoro perde il 6% (contro il 10% del trimestre precedente): con 659 mila unità (53,3% tasso di attività). Alcune categorie sono più colpite di altre e alcuni settori soffrono maggiormente, evidenzia il report dell’Aspal. I gap sia di genere che generazionali già presenti, si allargano ancora: le donne sono più colpite degli uomini dalla crisi così come lo sono i giovani rispetto ai più anziani. Per questi ultimi il dato è eclatante: le mancate assunzioni dei giovani 15-24 anni nei primi 11 mesi del 2020 rispetto agli stessi mesi del 2019 sono in percentuale tripla rispetto alle mancate assunzioni della classe d’età over 64 (-28% contro -9%). Tra i settori più colpiti quelli legati a servizi che necessitano della presenza fisica del cliente/utente e che in Sardegna hanno un peso maggiore rispetto ad altre realtà: ad esempio il turismo, i servizi alla persona e gli spettacoli.

I territori a forte vocazione turistica, quali quelli l’area Nord-Orientale della Sardegna, risentono in modo più duro a causa del grande peso che il turismo riveste in queste economie. Molto colpiti anche i cosiddetti hub di servizi, ovverosia i grandi agglomerati urbani che ospitano le attività culturali, il commercio e le scuole (tutti settori che hanno subiti pesanti contraccolpi a causa della crisi). “Vediamo un rallentamento della decrescita – afferma il commissario straordinario dell’Aspal Aldo Cadau – Il mercato del lavoro ha avuto un arretramento drammatico nel secondo trimestre mentre nel terzo trimestre assistiamo a una inversione di tendenza che ci fa ben sperare per il futuro. Certo – continua – le incognite sono tante, dobbiamo stare vigili e non farci cogliere impreparati. L’Aspal farà la sua parte accanto alla Regione e all’assessorato del Lavoro per contrastare e superare l’emergenza e per attuare tutte le politiche che aiutino lavoratori e imprese non solo a tornare ai livelli pre-pandemia ma ad andare oltre, a fare quel salto di qualità che il virus ha solo rallentato”.