“Abbiamo appreso dalla stampa che ‘il Comune crea una rete con le parrocchie e i volontari’ a sostegno delle famiglie in difficoltà in tempo di coronavirus. Poiché l’articolo è accompagnato da una foto di un nostro deposito di generi alimentari, al fine di evitare
involontari equivoci esprimiamo la nostra opinione. In quanto a quei 17mila euro per l’acquisto di frigoriferi e carburante, riteniamo che siano soldi sprecati”. Lo scrive in un comunicato l’Associazione Sarda Contro l’Emarginazione in una nota stampa.
“Nel nostro centro di raccolta di Selargius – scrive l’associazione di volontari nella nota – abbiamo già due frigoriferi donati, e siamo certi che all’ occorrenza potremo ottenerne degli altri, ma il nostro è un centro di raccolta e distribuzione, non di accumulo. Per quanto riguarda la spesa carburante, abbiamo iniziato la nostra attività a metà marzo senza mai aver chiesto né ricevuto dalle istituzioni un solo centesimo né un paio di guanti né una mascherina”.
“Possiamo continuare a lavorare così grazie allo spirito solidale dei nostri concittadini e proponiamo che la stessa cifra, e magari un po’ più generosa, sia utilizzata in cose più utili ed urgenti come ad esempio una campagna di prevenzione ed acquisto di tamponi. In tal caso medici e infermieri che ci sostengono sarebbero ben felici di mettere a disposizione le loro competenze” prosegue il comunicato. “Confermiamo la nostra disponibilità a collaborare con chiunque si proponga. E continueremo a promuovere il mutualismo ed aiutare le persone in difficolta, secondo la filosofia della gente che aiuta la gente. Chiunque chieda aiuto, noi glielo daremo, come avviene anche oggi per le assistenti sociali del comune, gratuitamente”.
Infine, conclude l’Asce “respingiamo la pretesa comunale di assegnare in esclusiva alle parrocchie quanto raccolto dai volontari e il monopolio della distribuzione e dei conseguenti rapporti umani con le famiglie beneficiarie. A chi gioverebbe questa esclusiva? Sollecitiamo l’amministrazione comunale a convocare un incontro quanto prima con tutte le associazioni di volontariato disponibili, dato che dall’inzio del lockdown sono passati quasi nove mesi”.