Etichette ‘fake’ sull’agnello di Sardegna Igp: si prendono gioco della fiducia delle persone e del lavoro migliaia di pastori. Lo denuncia il Consorzio dell’agnello di Sardegna Igp: il caso è stato già segnalato alla Polizia postale e alla Repressione frodi. Situazioni che si ripetono. Ed è di ieri un’altra etichetta falsa (datata appunto 12 novembre 2020) sempre riferita all’agnello di Sardegna Igp in cui si riporta che è allevato, macellato e preparato in Jugoslavia, Stato che non esiste più dal 2003.
E poi la stessa associazione segnala il caso di un’etichetta errata (c’era scritto: allevato Grecia e macellato in Grecia) con la modifica del luogo della macellazione (Olanda). “Stiamo vigilando e segnalando alla Polizia postale queste etichette false – sottolinea il Contas – chi gioca con la buonafede e il lavoro delle persone oneste sono nostri nemici che risponderanno davanti alla giustizia. Ringraziamo le tantissime persone che da tutta Italia ci hanno fatto e fanno delle segnalazioni: significa che non siamo soli in questa battaglia comune contro i banditi del cibo e che il consumatore oggi è sempre più attento e consapevole”.
Battaglia già in corso. “A brevissimo i colpevoli che in malafede o per gioco hanno falsificato le etichette saranno assicurati alla giustizia – assicura il direttore del Contas Alessandro Mazzette -. Vogliamo ricordare che l’agnello di Sardegna Igp segue un rigido disciplinare che tra le altre cose prescrive che per ottenere questo marchio deve essere nato, allevato e macellato in Sardegna e provenire da pecore autoctone e da un ariete sardo anch’esso. Le altre informazioni che stanno girando in queste giorni sul web sono false. Come Consorzio stiamo intensificando i controlli e stiamo anche lavorando sul tracciamento del Dna, che ci aiuterà e rafforzerà il lavoro nel riconoscere eventuali contraffazioni anche nel banco frigo”.