“Una scelta bipartisan, un’unità di intenti, che sarebbe stato meglio evitare, che nei fatti ha prodotto effetti devastanti per il nostro sistema sanitario”. E’ quanto si legge in un comunicato della segreteria della Cgil di Sassari nel quale condanna la scelta della Regione Sardegna di consentire nell’agosto scorso l’apertura delle discoteche all’aperto dell’isola, finita poi sotto la lente della Procura di Cagliari, dopo l’inchiesta giornalistica di Report.
La Cgil parla di responsabilità bipartisan delle fazioni politiche sarde, riferendosi all’ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale su iniziativa congiunta di consiglieri di maggioranza e opposizione. “L’Odg, a firma dei consiglieri Mula, Cocciu, Cossa, Mura, Giagoni, Caredda, Sechi, Meloni, Piscedda, Ganau, Deriu e Cocco, che nel testo richiama alla necessità di incrementare e supportare le presenze turistiche in Sardegna, sarebbe in realtà stato costruito su esplicita richiesta dei gestori delle discoteche”, sostiene il sindacato.
“Una volontà bipartisan trovata, non già allo scopo di favorire la comunità sarda, ma per rispondere alle esigenze di pochi. Che non ha tenuto conto della diffusione epidemiologica, tanto da favorire, nel nord Sardegna, il territorio maggiormente colpito dal Covid – continua la Cgil – l’esercizio di attività, che tutti sapevano e sanno, essere quelle a maggior rischio di contagio”. “Il fatto che l’Odg impegni la Giunta regionale a rendere possibile l’apertura dei locali dopo aver sentito il Comitato tecnico scientifico, considerati i tempi nei quali è stata prodotta l’ordinanza e letti con attenzione i contenuti della stessa, si è dimostrata essere una mera formula di rito, che nei fatti non dava, non ha dato e non dà, nessuna garanzia. Se invece il parere del Comitato, come espresso nell’ordinanza esiste davvero, a questo punto sarebbe utile e indispensabile renderlo pubblico”.