Molti scrivono “non vorrei essere nei panni di chi ci governa, la situazione è drammatica e difficile, non ci sono soluzione. fare quadrare economia e salute oggi è difficile”.
Credo che sia una posizione di guerra da respingere. Perché in guerra appunto si ragina così: “sono critico, però il paese è in guerra e dobbiamo stare uniti. dobbiamo vincere. Dobbiamo essere forti contro il nemico”.
La storia ci insegna che nelle guerre però non tutti perdono la testa, non tutti diventano ostaggio di questa logica “unitaria” e “patriottica”. C’è sempre chi mantiene la lucidità e lavora per far aprire gli occhi alle persone, per chiarire che il nemico non è fuori e non è esterno, ma è interno, che è l’insieme delle azioni di chi la guerra l’ha dichiarata a noi, al popolo, ai subalterni.
Un vecchio slogan degli spartachisti tedeschi diceva “Krieg dem Kriege!” (Guerra alla guerra!) e penso sia attualissimo anche oggi.
La guerra ce la fa il Governo Conte che sta approfittando della paura di morire delle persone per dominare sovrano, per affrontare la crisi staccando assegni ai soliti colossi dell’economia. Poi con il popolino, con i lavoratori, con i disoccupati, con le piccole partite IVA assume toni paternalistici e minacciosi, parla di “bonifici che vi arriveranno direttamente sul conto”, come un buon padre di famiglia che da la paghetta ai figlioli se si comportano bene. E in otto mesi lui e la sua squadra di scappati da casa non hanno fatto nulla per affrontare la situazione. Anzi, prima hanno imposto una chiusura irrazionale con assurde deroghe a Confindustria e alle regioni ricche del Nordo e poi una riapertura scriteriata costringendo di fatto regioni come la Sardegna a spalancare le porte al Covid.
La guerra ce la fa la banda Conte&Nieddu, che ha passato tutta l’estate a inseguire l’inutile isteria di Zoffili su 4 disperati arrivati con i barchini, mentre riccastri del nord Italia facevano bagordi, senza controlli, nelle discoteche di lusso. Medici galluresi mi hanno spiegato che al presentarsi dei primi focolai, il numero dei casi di malattie veneree era analogo a quello di positivi al Covid. Insomma la Sardegna sacrificata ad essere il postribolo dei ricconi e delle loro splendide vacanze da sogno. Sulla pelle dei sardi!
Questa è la guerra che ci stanno facendo.
Questa è la guerra a cui dobbiamo rispondere.
Quindi guerra alla guerra!
Mercoledì a Sassari e Cagliari tutti in piazza con commercianti e lavoratori della rispotorazione.
E come diceva Napoleone prima delle battaglie “si comincia poi si vede!”. L’alternativa è diventare la loro carne da macello..
L’opinione di Cristiano Sabino